Da Arta Terme continua Res Dartae

Arta Terme2Carducci tradotto in spagnolo. Un quiz, tutt’altro che serio, per conoscerne vizi e capricci celati dalle cronache ufficiali. Autori contemporanei rappresentati in performance di cinque, dieci minuti. E ancora letture poetiche, slapstick, improvvisazioni. Ad Arta Terme (Ud) l’aperitivo serale si svolge così. Nel bistrot dell’Hotel Savoia, dove alloggiano i teatranti, poeti, scrittori della residenza artistica Res Dartae (un tetto in cambio di arte). La dieci giorni organizzata da Teatronet con il sostegno della Regione Friuli e la partnership dell’amministrazione comunale di Arta Terme, dà i primi frutti, in vista del gran finale di domenica.

Far vivere di arte un posto altrimenti tenuto fuori, produrre collettivamente, piantare semi per futuri raccolti. Con particolare attenzione al pubblico, intercettarne tendenze, aderire allo spirito e i trascorsi del luogo. E non tralasciare la funzione evasiva del fare creativo, il trasposto altrove. Perché è il coinvolgimento del pubblico la traccia universale del mettersi in scena, evitando autoreferenzialità e vetrine di sorta. Pescando nella tradizione tutta italiana dell’adattamento agli umori, alle fisionomie, del posto di rappresentazione. Un po’ guitti e un po’ maestri, insomma.

Formazioni e mentalità di approccio scenico diversificate (una decina le compagnie e gli artisti coinvolti) per un obiettivo comune. Un bene, piuttosto, comune e condiviso. Diverso dal supportare un pensiero unico, un respiro ampio, invece, di libertà espressive, soggettive, apportate a un corpus d’insieme. Molecole di un atomo. Arterie di un unico muscolo pulsante.

Areté Ensemble, Compagnia ‘I Ragli’, I ‘Confusione’, ‘Topi Dalmata’, Filippo Arcelloni, Nadia Scarpa, Ernesto Orrico, Tom Corradini, Flavia Pezzo gli artisti coinvolti. E coinvolgenti. Invertendo termini e tempi della creazione artistica, favorendo un rapporto non mediato, diretto, con il pubblico partecipante attivo. Proseguendo, volendo giocare di rimandi, l’abitudine classico-greca ed ‘elisabettiana’ della platea rumorosa. Leggerezza e brio parola d’ordine.

Partecipazione attiva anche nei laboratori gratuiti (scrittura creativa, teatro, danza, bambini): l’esito dei lavori contribuirà alle ‘tappe’ del percorso ideato per domenica 1 settembre, quando le sale della struttura alberghiera ospitante, si trasformeranno in ‘habitat’ performativi. Mini spettacoli teatrali concepiti dalle compagnie durante il soggiorno tra le alpi carniche. Contaminazione, mescolanza di metodi e culture territorialmente e artisticamente non di compatibilità immediata.

Il teatro che, allineato alle tendenze contemporanee, fornisce cenni, spunti ideali, assottigliando personaggi e composizione drammatica, amplifica l’interazione con luoghi, lascia interpretarsi insinuandosi tra pieghe individuali.
Il teatro che rotolando su se stesso, pur innovandosi in tecniche e fruibilità, continua a riprodurre la vita, continua a far riflettere di e su di noi, materializzando cosa resta generalmente nel profondo, nell’io, nel sotteso oggettivo. Il teatro insomma che ci ripropone in sembianze quali vorremmo, ma non riusciamo a essere. Finestra su questi tempi ‘liquidi’, di monadismo. Non da guardare ma da percepire.

Emilio Nigro

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