Dodicesima edizione per Primavera dei Teatri

“Nuovi linguaggi della scena contemporanea”: questo è il sottotitolo di una delle rassegne più attese dagli appassionati del teatro del presente, il Festival Primavera dei Teatri che quest’anno festeggia il suo dodicesimo anno di età. Nonostante i tagli e il periodo difficile che sta vivendo questo settore culturale, Castrovillari si conferma ogni volta come punto di riferimento per coloro che vogliono assistere a novità interessanti: la proposta continua ad essere nel tempo sempre valida e le diverse compagnie chiamate quest’anno a partecipare al festival lo confermano. Il gruppo teatrale Scena Verticale, formato da Saverio La Ruina, Dario De Luca – i due direttori artistici della rassegna – e da Settimio Pisano – addetto alla direzione organizzativa –, porta forse per una propria vocazione, una ventata d’aria fresca e rigenerante in una zona isolata e tagliata fuori dall’attenzione all’arte scenica nazionale. Proprio per questo Primavera dei Teatri acquista un’aura particolare, che spinge tantissimi operatori e critici a partecipare ogni anno a un festival confinato nella provincia cosentina che pulsa un’energia incredibile, soprattutto dovuta alla volontà di portare avanti con tenacia un progetto che investe nelle nuove drammaturgie e apre a un territorio che può offrire molto. Vincitore del Premio Speciale Ubu 2009, Primavera dei Teatri quest’anno avrà la durata di sei serate: l’inizio è previsto per il 31 maggio per terminare poi il 5 giugno. Tante le compagnie e gli spettacoli presentati, tra cui ci saranno ben otto prime nazionali.

Ad aprire il festival nella giornata del 31 maggio è una compagnia giovanissima, dotata di una carica incredibile: direttamente da Scampia i ragazzi di Punta Corsara portano in scena una farsa minore di Molière, Il Signor de Pourceaugnac, aggiungendovi delle sfumature tipiche di un mondo a loro più vicino, quello napoletano. Durante tutta la rassegna bisogna ricordare che non ci sarà mai un solo spettacolo a serata: dopo Punta Corsara è infatti il turno di Che disgrazia l’intelligenza! liberamente ispirato a un testo di Aleksandr Griboedov, portato in scena per la prima volta da Sicilia Teatro e diretto da Alessio Pizzech. Mercoledì 1 giugno sale sul palco un attore particolare che riflette sulla solitudine dell’uomo e sugli ostacoli di un artista: il noto critico de Il Sole 24 Ore e di delteatro.it Renato Palazzi si mette alla prova con Goethe schiatta di Thomas Bernhard diretto da Flavio Ambrosini. Ed è sempre di Thomas Bernhard lo spettacolo successivo: Il presidente ovvero ambizione odio nient’altro debutta per la regia di Carlo Cerciello e affonda il coltello nel potere e nella sopraffazione di quest’ultimo sulla morale. A chiudere la seconda serata del festival è Sacre-Stie scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta che affronta il delicato e attuale tema della pedofilia all’interno della chiesa. Torna Napoli e la napoletanità di oggi nella terza giornata del 2 giugno: Benedetto Sicca presenta in anteprima Frateme, testo di cui è drammaturgo e regista. Si prosegue poi con un’altra anteprima: Igor Esposito riscrive la tragedia greca Orestea dandole però il titolo Radio Argo, spettacolo diretto e interpretato da Peppino Mazzotta. Venerdì 3 giugno Primavera dei Teatri continua con ben tre spettacoli: il monologo meta-teatrale di Rosario Mastrota Fine, che si muove tra social network, nuove tecnologie e un unico attore in scena, precede il nuovo lavoro della Compagnia Musella Mazzarelli che, dopo il successo di Figlidiunbruttodio presentato l’anno scorso a Primavera dei Teatri, debutta quest’anno con Crack Machine. Prima di lasciare per qualche ora notturna il protoconvento francescano, sede del Festival, in attesa degli spettacoli della serata successiva, vi è un’altra prima: per la regia di Antonio Tintis debutta il testo scritto da Maria Teresa Berardelli Il paese delle ombre, una fotografia giornalistica scattata attorno la vicenda di un orfanotrofio. Sabato 4 giugno arrivano a Castrovillari gli enfants terribles della scena italiana: ricci/forte portano in scena Grimmless, fiabe ricostruite secondo un’atrocità quotidiana. Sempre all’infanzia si ritorna con lo spettacolo successivo, ma con un affondo sulla desolazione e lo sradicamento: è in dialetto messinese Patri ‘i famigghia, scritto da Dario Tomasello e diretto da Roberto Bonaventura. Il Festival non può che concludersi domenica 5 giugno con due debutti che parlano dello stesso territorio calabrese: Un italiano a Macondo scritto e diretto da Leonardo Gambardella, storia che racconta una zona periferica come quella locale e La brocca rotta a Ferramonti di Francesco Suriano, protagonista anche nella scorsa edizione di Primavera dei Teatri, che presenta uno spettacolo che parte da un testo di Kleist per affondare in tematiche sempre attuali come quella della violenza e che lo stesso Suriano co-dirige con Renato Nicolini.

Nuove drammaturgie, tematiche attuali e una scena contemporanea che lascia spesso spazio a compagnie meno note, ma non per questo meno valide, e che difficilmente si trovano anche in altri festival estivi di riferimento per il teatro: Scena Verticale ha assicurato negli anni un’altissima qualità di proposte che non hanno mai deluso le aspettative e che, per questo, continuano a spingere molte persone ad andare a Castrovillari. Dopo l’esperienza dell’anno scorso, Il Tamburo di Kattrin segue per la seconda volta l’intero Festival Primavera dei Teatri scrivendo articoli, approfondimenti, recensioni, interviste e raccogliendo i commenti del pubblico: non resta che mettersi in viaggio per partecipare o invitare tutti coloro che non potranno esserci fisicamente a seguire l’atmosfera della rassegna on-line sul nostro sito, dove cercheremo di portare una bella Primavera.

Carlotta Tringali

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