Al via B.Motion Teatro

CAMBIO DI MARCIA: A B.MOTION E’ DI SCENA IL TEATRO
per inaugurare la seconda settimana due appuntamenti ponte tra danza e performance

(Bassano del Grappa) Dopo un solo giorno di pausa riprende martedì 27 agosto a B.motion, la sezione di Operaestate dedicata ai linguaggi del contemporaneo, che per la sua seconda settimana di programmazione si focalizza sul Teatro. 15 appuntamenti in 5 giorni per indagare la nuova scena nazionale ed internazionale in un mix di linguaggi che alternano parole e immagini, che scopre luoghi e incontra corpi in movimento con l’obiettivo di riflettere sulla gioventù, non tanto come condizione anagrafica, ma con tutto il carico di contraddizioni che porta con sé il bisogno smodato di corrispondere a un modello, come ben recita il sottotitolo “Forever Young”.

Juliette Nioche "Nos Solitudes" (foto di A. Poupeney)

Juliette Nioche “Nos Solitudes” (foto di A. Poupeney)

I due lavori programmati in apertura rappresentano un ponte tra danza e performance a partire dalla francesce Julie Nioche ospite al Teatro Remondini (21.00) nell’ambito della rete Finestate Festival sostenuta dall’Institut Francais e i Nuovi Mecenati attraverso il progetto France Dance. Completa la serata il duo Fagarazzi Zuffellato al CSC Garage Nardini (22.00) in prima nazionale.
Julie Nioche è una delle più interessanti giovani autrici francesi. Il suo lavoro, difficilmente inquadrabile in generi e categorie, mescola corpi, architetture, oggetti, suoni e luci, esplorando le relazioni e i confini tra performance e installazione. Ne è un esempio “Nos solitudes”, dove un corpo sfida la forza di gravità in un’opera poetica e suggestiva. Un corpo sospeso a mezz’aria, un involucro umano mosso da un’intricata matassa di fili, che volteggia a diversi metri da terra. L’interprete, burattino e burattinaio insieme, comanda questa serie di contrappesi per sollevarsi eterea nello spazio del palcoscenico. “Nos solitudes” parla di questi tempi, dove ci si raccoglie in se stessi per cercare un po’ di conforto, per trovare una soluzione che non dipenda da nessuno, la soluzione più vicina a sé. E’ attraverso il tempo e la misura dello spettacolo che il gesto si costruisce tra ciascuna delle nostre solitudini, tentando di riportare gli spettatori ad un ascolto di se stessi che passa attraverso un decollo verso un altrove ideale. Perché ascoltarsi, darsi fiducia ed esserne soddisfatti è un autentico salto nel vuoto.

Anche il duo Fagarazzi Zuffellato ha una formazione artistica maturata nel campo della danza contemporanea e utilizza diversi linguaggi espressivi, tra cui la performance e l’arte visiva. HEAVEnEVER, il loro nuovo lavoro coprodotto dal festival e presentato a Bassano in prima nazionale, è una ricerca sull’idea di paradiso, inteso come luogo utopico, come metafora per il costante desiderio umano di ricercare una condizione di benessere. Il progetto prende spunto sia dallo stato psico-fisico indotto da sostanze stupefacenti sia dall’estasi erotica, ma anche da esperimenti concreti di creazione di isole artificiali.

Comunemente con “stato stupefacente” si intende una condizione che evoca in qualche modo l’isola perduta. Ma l’uso popolare del termine “stupefacente” è ingannevole, la sua origine semantica indicherebbe “stato di immobilità e di non recettività agli stimoli esterni”, quindi vorrebbe piuttosto l’assenza di vita incantata nella vertigine del vuoto. HEAVEnEVER è un tentativo di desiderio, il fallimento di un paradiso artificiale, una perversa coincidenza tra realtà e finzione in cui l’abbaglio diventa il suo stato di coscienza. Un giardino che si lascia contaminare da corpi esposti in piccole alterazioni, esplorazioni, cambi di umori, apatie, distruzioni. Un vano desiderio di paradiso, ma un paradiso spogliato di quel bagliore che mentre ci illumina ci fa perdere lucidità.

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