Informi, come il gelato

Macadamia nut brittle

Foto di Alvise Nicoletti

Recensione a Macadamia nut brittleRicci/Forte

Sostenuti da un pubblico in costante espansione, Stefano Ricci e Gianni Forte, dopo la forza devastante di Troia’s Discount, portano a Milano il loro ultimo lavoro: Macadamia nut brittle (dal nome del popolare gusto di gelato della Haagen Dasz), forse lo spettacolo che, con la sua stupefacente schiettezza, riesce ancor più dei precedenti a parlare oggi, dell’oggi. Quattro ragazzi aprono i loro cuori ai microfoni e nel costante talent-show della vita gareggiano nel raccontarsi. Sono ragazzi fragili che cercano appigli alle proprie insicurezze nel confronto con il fittizio e beffardo mondo televisivo: immaginario illusorio che è diventato inevitabile nutrimento sociale per tutte le fasce d’età. Oltre alla sfrenata sessualità e agli eccessi – che sempre più contraddistinguono non solo gli adolescenti – spicca il ritratto di generazioni che non affrontano con concretezza la realtà, spesso dolorosa, della loro vita, ma si celano dietro serie-tv (da Lost a Desperate Housewives) e cartoni animati. Perché nel percorso senza guida e direzione in cui si trovano abbandonati, la televisione è l’unica confortante certezza che finisce per costituire il massimo riferimento del loro immaginario, base del loro vocabolario e fonte dei modelli su cui basare le proprie relazioni, le proprie identità, la vita e la morte.

A partire dalle atmosfere letterarie dello statunitense Dennis Cooper, Ricci/Forte parlano di un’umanità insicura e mutevole perché affamata d’amore e che, ben lontana dal ricercare una matura e consapevole identità, tenta di piacere agli altri, di essere diversa da sé, credendo di trovare, in questo, un senso alla propria esistenza. Nel finale i quattro attori, nudi e ricoperti di sangue, si infilano in testa le maschera dei personaggi della famiglia Simpson, e dopo averle costruite, si chiudono dentro delle casette (tendine per bambini di Winnie the Pooh, Barbie e personaggi Disney). Vince la tragica realtà di una gioventù disincantata, ma illusa, sofferente e immatura, romantica, ma arida. Sola.

Macadamia nut brittle

Foto di Alvise Nicoletti

La scrittura di Ricci/Forte è vicina, è uno schiaffo di attualità, verità dissacrante in cui le persone del pubblico si riconoscono, perché parla di loro, con loro.

I quattro bravissimi attori (Anna Gualdo, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori e Mario Toccafondi) si provano fortemente in tutti i sensi, commuovendo la platea gremita. Attraverso la recitazione e i movimenti scenici vivi, violenti e profondamente corporei – curati da Marco Angelilli –, trova completezza il linguaggio teatrale dinamico e giovane, ricco e destabilizzante che la regia di Stefano Ricci compone con forte originalità. La popolarità crescente e l’apprezzamento della critica rispetto alla compagnia romana testimoniano il bisogno di un teatro vivo che – come Macadamia nut brittle – comunichi empaticamente al pubblico disagi e sofferenze della società in cui oggi viviamo, che colpisca profondamente e lasci lo spazio al pensiero. Perché oggi, di un teatro che offra solo confortante intrattenimento non c’è davvero bisogno.


Visto al Teatro PIM Spazio Scenico, Milano

Agnese Bellato

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