alessandro martinello recensione

#appuntidiunfestival pt.9: Alessandro Martinello

Serata intensa giovedì 30 agosto per B.Motion Teatro 2012: tre spettacoli in scena, che hanno portato gli spettatori a confrontarsi prima con la compagnia toscana inQuanto teatro, per poi tornare in Veneto con lo studio su Pinocchio degli affermati Babilonia Teatri, e poi con il lavoro di Alessandro Martinello Iai. Uno spettacolo che da un lato guarda all’opera di Yukio Mishima, in particolare a Introduzione alla filosofia dell’azione, dall’altro fa propria la ricerca sul video avviata dagli anni Settanta da Michele Sambin, attivo dal 1980 nella formazione padovana Tam Teatromusica.

Discostandosi leggermente da un’indagine sulla sintassi dell’immagine elettronica, la scena diviene uno spazio in cui mettere in campo una «tecnologia del sé» come viene definita dallo stesso performer, che introduce il lavoro servendosi di una videoproiezione in tempo reale: un flusso di coscienza che si fa luce, per poi impossessarsi nuovamente del corpo. La carne diventa un oggetto da sondare con videocamere e webcam, sino a esserne inglobati. Un’indagine che procede per frammenti, i cui strumenti sono palesati sulla scena e usati dal performer in tempo reale, come la musica curata da Luca Scapellato. Ne emerge un discorso che se da una parte mette in risalto l’impossibilità di una simultaneità tra tempo reale e tempo tecnologico – con le sue potenzialità di manipolazione –, dall’altro apre a una serie di riflessioni sull’unitarietà dell’individuo nell’era della diffusione dei dispositivi digitali, che minano la costruzione di identità unitarie, sollevando la necessità di recuperare un legame che sembra disgregarsi sempre più sotto la spinta del progresso.