bmotion 2013

#appuntidiunfestival pt. 5: Alessandro Sciarroni

Occhi chiusi. Silenzio. Solitudine. Distanti i corpi, unica la clava. Inizia così Untitled_I will be there when you die di Alessandro Sciarroni, riflessione sull’arte della giocoleria, secondo capitolo di Will you still love me Tomorrow, indagine sul tempo e sulla sopravvivenza. Tante le clave manipolate, quattro gli interpreti selezionati dal coreografo marchigiano.

«Ho scelto i giocolieri più completi, per presenza fisica, potenziale tecnico, sensibilità, piacevolezza nel parlarci, intelligenza, onestà. Li ho scelti perché sono puri. E per loro è stato come entrare in un altro mondo»

Suono cupo. Suono felpato. Sguardo verso l’alto. Sguardo a destra. Sguardo a sinistra. Da verticale a orizzontale. Fragilità. Errore. Fermarsi e ripartire.

«A differenza del circo classico, dove non si sbaglia mai perché si impara un numero da bambini e ci si allena per tutta la vita, nel circo contemporaneo si cambia numero ogni anno, come accade nella danza. L’allenamento è molto più breve e la percentuale di errore molto più alta, si sbaglia di frequente. I giocolieri di fronte all’errore sono soliti velocizzare o risolverla in maniera comica. Ma a me non interessa nessuna delle due possibilità, perciò chiedo loro di non toccare la clava fino al suo arresto».


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*La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali 

 

#appuntidiunfestival pt.4: The Loose Collective

Sono sette. Hanno abiti color corallo e capelli posticci, biondi o bruni. Entrano in scena uno alla volta, accompagnati dal suono di una chitarra elettrica. Si dispongono nello spazio, fronte al pubblico, spalle larghe e sguardo avanti. Suonano. Cantano. Danzano.

Sono nati nel 2009. Hanno base in Austria. Sono al loro secondo lavoro. Si chiamano The Loose Collective. A BMotion Danza 2013 hanno presentato – in prima nazionale – The old Testament according to the Loose Collective, produzione del 2012 che rientra nel progetto quinquennale EDN Modul-Dance.

For they have even taken of the accursed thing, and have also stolen, and dissembled also, and they have put it even among their own stuff. (Joshua 7:11)

Si ispirano all’Antico Testamento, danno un’originale e personale visione delle storie bibliche, tra ambizione e frustrazione. Invadono il Garage Nardini con campionature, cori neo barocchi, beat boxing e musiche post punk.
Movimenti di gruppo, siparietti individuali, soli, duetti, e un coinvolgimento del pubblico esilarante quanto esasperante: uno spettacolo multicolore, un musical utopico, un melting pot brillante, sottolineato da un sapiente uso delle luci (lighting design di Peter Thalhamer).

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*La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali 

#appuntidiunfestival pt.2: Alma Söderberg

Fuori dal CSC Garage Nardini alcuni ritagli di giornale sono appesi al muro. Sono volti politici, immagini di cascate, frasi tagliate ed estrapolate da articoli. Il pubblico in attesa di vedere lo spettacolo Travail della coreografa Alma Söderberg si avvicina incuriosito. Solo una volta entrato nello spazio teatrale riuscirà a comprendere che cosa sono.

La performer svedese, diplomatasi al dipartimento di coreografia dell’SNDO di Amsterdam, mescola nel suo lavoro musica e canto esplorando le differenti possibilità di queste discipline in relazione al movimento e alla danza.
Dopo aver estrapolato delle frasi, o solamente delle parole, da alcuni giornali, la Söderberg crea un collage tutto personale fatto di movimenti precisi e intermittenti, suoni gutturali che vanno a formulare a poco a poco delle parole e ritmo prodotto con degli shaker dalla stessa coreografa.

Le parole pronunciate dalla performer, come per esempio “people / part / play” sono decontestualizzate e non rimandano tanto al loro significato ma alle loro possibilità sonore, al movimento vocale con cui la Söderberg gioca, ripetendo le iniziali, le lettere, mescolandole a una base elettronica, diventando suoni danzanti.

Non c’è contenuto, ma una sperimentale ricerca data da voce, suono, lettere, musica e movimento. Travail diventa una rassegna stampa di giornali alternativa e dalle infinite possibilità.

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 *La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali 

#appuntidiunfestival pt.1: Marco D’Agostin

Un recinto di neon disegna la scena. Un tappeto luminoso definisce lo spazio d’azione. Due corpi roteano, insieme. Suono dolce, luce blanda, movenze morbide: inizia lentamente Per non svegliare i draghi addormentati, ideato e condotto da Marco D’Agostin.

Sola, sul proscenio, giacca a coda, un sorriso sulle labbra, Floor Robert attende l’ingresso in sala del pubblico, prima di stendere, al centro del ring, una patina lucente. Mastro di fiabe che srotola una pagina bianca su cui scrivere storie.

Destati quasi da un sonno atavico, Marco D’Agostin e Francesca Foscarini, un uomo e una donna, un principe e una principessa, un cavaliere e una dama, cominciano una danza per due, sfiorando braccia e gambe, confondendo arti e fondendo volti, specchiandosi l’uno nell’altra, (in)seguendo una il ritmo dell’altro. Un origami titanico, costruito dalla Robert, un drago silente, alla fine, ci osserva.

Silhouttes si stagliano, ombre crescono, luci pulsano. Posizione eretta, pose animalesche, posture eleganti, sguardo fiero, portamento regale. Tracciato della memoria, senza limiti di tempo.

“Non fate un buon viaggio, ma viaggiate lontano” diceva Eliot.

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*La redazione di b-stage 2013 è composta da Elena Conti, Roberta Ferraresi, Rossella Porcheddu, Carlotta Tringali