IETM Associazione Etre

Cronaca da Luoghi Comuni Festival / Meeting IETM 2015

REGENERATION foto di Alessandro Sala

REGENERATION foto di Alessandro Sala

IETM è una rete internazionale e principalmente europea che lega tra loro circa 500 organizzazioni operanti nel campo delle arti performative contemporanee. Compagnie, teatri, festival, centri di produzione e diffusione di danza e teatro si danno appuntamento due volte l’anno in città e paesi sempre diversi (leggi l’intervista a Nan Van Houte, direttrice di IETM).
Questa volta, a distanza di dieci anni dall’ultimo incontro di Milano, è toccato nuovamente all’Italia ospitare lo Spring Plenary Meeting IETM 2015 e più precisamente a Bergamo Alta, che dal 23 al 26 aprile ha prestato i suoi spazi all’incontro di circa 650 operatori provenienti da tutto il mondo. Un’occasione ghiotta per molti professionisti italiani del settore per poter incontrare colleghi stranieri (leggi le interviste agli operatori).
Associazione Etre è il partner locale con cui il network ha ideato e realizzato l’appuntamento lombardo che, non a caso, si è svolto in contemporanea al Festival Luoghi Comuni, annuale occasione di ritrovo per le compagnie di Associazione Etre.
Non solo working sessions e gruppi di lavoro, dunque, ma anche spettacoli della scena italiana contemporanea.
Regeneration, questo il titolo dell’incontro promosso anche dal MiBACT, dal Comune di Bergamo e da Regione Lombardia: quattro giorni di riflessione per approfondire temi quali la sostenibilità, l’audience development, le politiche culturali e la valutazione.
Gli organizzatori hanno proposto questo tema a partire dalla riflessione sulla crisi economica che ha colpito duramente le organizzazioni culturali italiane e che può essere interpretata come una profonda depressione o come un’occasione per un nuovo Rinascimento. Imparare dal passato e creare un futuro sostenibile sono quindi le parole chiave di questo meeting che si è sviluppato in circa quaranta occasioni d’incontro tra assemblee, working groups, talks and listen, speak up, sessioni di approfondimento, mentor room.
Sul fronte degli spettacoli, poi, il festival si è articolato secondo due binari: un cartellone serale di spettacoli in città e quattro maratone teatrali in altrettante residenze lombarde.

REALITY foto di Silvia Gelli

REALITY – Compagnia Deflorian/Tagliarini. Foto di Silvia Gelli

HOW LONG IS NOW foto di Marco Caselli Nirmal

HOW LONG IS NOW – Teatro delle Briciole. Foto di Marco Caselli Nirmal

Gli spettacoli sono cominciati il 24 con All Ways di Teatro delle Briciole, Reality della Compagnia Deflorian/Tagliarini, Alcesti di Zerogrammi, proseguendo il 25 con Konya di Santasangre, Peli di Quattroquinte e How long in now di Balletto Civile. L’ultimo giorno si è aperto con Lo splendore dei supplizi di Fibre Parallele, seguito da Hand Play di 7/8 Chili e Untitled di Alessandro Sciarroni.
Nelle serate in residenza invece, sono andate in scena le compagnie di Associazione Etre: Campsirago Residenza con Scarlattine Teatro, Nudoecrudo Teatro, Riserva Canini, Sanpapié, Qui e Ora, Collettivo Pirate Jenny; Residenza Idra con Teatro delle Moire, Reidenza Idra/InBalia, delleAli, Teatro Magro; Torre dell’Acquedotto con Aia Taumastica, ilinx, Atir Teatro Ringhiera; Teatro IN-stabile con Teatro Periferico e Teatro IN-Stabile.
Difficile dire quali saranno i frutti di questa quattro giorni bergamasca, anche perché i contatti che si raccolgono durante i meeting IETM vanno poi coltivati con costanza e dedizione. Certo è che l’occasione non è stata né scontata né da sottovalutare: quanto costerebbe a un singolo operatore provare a incontrare anche solo dieci suoi colleghi in Italia o in Europa? Molto ovviamente, in termini di denaro, tempo e spostamenti. Poter dialogare in modo informale nell’arco di qualche giorno con una gran quantità di operatori permette, nei casi più fortunati, di trovare partner per progetti europei o scambi di spettacoli e residenze, ma soprattutto consente di cogliere prospettive nuove, provenienti da Paesi in cui la crisi ha colpito più o meno rispetto al territorio nazionale. Lo scambio con realtà diverse è sempre un’occasione di crescita, di apertura, di più profonda comprensione e forse innesca quella creatività che permette di trovare soluzioni migliori a problemi sempre più complessi.

Margherita Gallo

Regeneration / IETM secondo Nan Van Houte

In occasione di Luoghi Comuni Festival/Spring Plenary Meeting IETM 2015 abbiamo intervistato Nan Van Houte, direttrice del network IETM che si riunisce a Bergamo dal 23 al 26 aprile. IETM è una rete internazionale di circa 500 organizzazioni che si occupano a vario titolo di arti performative contemporanee ed ha come scopo principale quello di facilitare lo scambio e l’interazione tra le varie realtà che la compongono.

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Nan Van Houte

Nan Van Houte

Cosa si aspetta dal meeting IETM di Bergamo?
È sempre difficile dire cosa aspettarsi da un Plenary Meeting IETM. L’incontro di Bergamo presenta una gran varietà di working sessions su temi interessanti e cruciali, diversi format allettanti per incontrare colleghi internazionali e una grande offerta di spettacoli e itinerari artistici. Il programma è concepito in stretta collaborazione tra l’ufficio di Bruxelles e gli organizzatori locali di Être, che conoscono il contesto italiano molto bene.
Al tempo stesso, dipendiamo totalmente dai nostri membri, dai partecipanti: sta a loro il 50% del successo. Se avranno un buon atteggiamento, se contribuiranno alle discussioni (e perché non dovrebbero?), siamo sicuri che sarà un grande meeting, con molti partecipanti soddisfatti che andranno a spasso per la meravigliosa Bergamo Alta.

Quante organizzazioni del Sud Europa partecipano a IETM? Rispetto alle organizzazioni del Nord Europa, è più difficile per loro prendere parte al network?
È decisamente più difficile partecipare a un meeting IETM se si ha a disposizione un piccolo budget. Questa difficoltà non è necessariamente connessa a una regione, ma ovviamente abbiamo constatato che la crisi ha colpito maggiormente l’area del Mediterraneo rispetto al Nord-Ovest d’Europa.
Per compensare i tagli di budget, IETM sta cercando di organizzare uno dei suoi due meeting annuali in uno di questi Paesi.
Inoltre, abbiamo una strategia di borse di viaggio, sostenuta dalle nostre quote associative annuali e dal contributo di Creative Europe, che ci permette di aiutare quei membri che non possono permettersi i costi di viaggio e alloggio per partecipare alle nostre attività. E da diversi anni ormai abbiamo il sostegno dell’Istituto Francese di Belgrado che supporta le persone provenienti dall’area balcanica.
Al momento ci sono 85 organizzazioni dall’area del Mediterraneo e del Mar Nero (su 500 in totale). Negli ultimi anni abbiamo organizzato i meeting in Grecia e Bulgaria dove abbiamo potuto raggiungere molte organizzazioni oltre ai nostri membri. Lo stesso varrà per il meeting italiano.

Quali sono gli scopi di IETM per il futuro? Cosa volete realizzare nei prossimi anni?
IETM mira a rafforzare le arti performative contemporanee nella loro pratica quotidiana, fornisce opportunità per collaborazioni internazionali e la mobilità degli artisti, ed è un ambasciatore delle suddette arti in diverse piattaforme.
I nostri membri stanno facendo fronte a molte sfide in questo momento, quindi rafforzarle ora è molto più complesso rispetto a dieci anni fa. Cerchiamo di aiutare le organizzazioni ad adattarsi alle misure dell’austerità e ai tagli di budget, fornendo loro informazioni e occasioni di workshop su come creare nuove strutture manageriali, modelli di business e su come trovare risorse alternative. Facciamo emergere buone pratiche nel campo delle digital arts intese come compagne delle performing arts, allo stesso modo facciamo ricerca sull’impatto della digitalizzazione sul comportamento dei nostri pubblici, ecc… Discutiamo e informiamo sulle minacce alla democrazia e alla libertà di espressione, attiriamo l’attenzione sugli impatti positivi delle pratiche artistiche che coinvolgono gruppi o comunità minacciate da tendenze nazionaliste, politiche protezioniste o fanatismo religioso.
E, nel frattempo, tentiamo di influenzare i decisori perché si rendano conto del valore dell’arte in un’era che vede l’economia come il maggior motore e la via di salvezza del genere umano.
Commissioniamo ricerche e pubblicazioni, offriamo programmi formativi e, prima di tutto, costruiamo ponti, facciamo incontrare e uniamo le persone, perché siamo convinti che un meeting internazionale sia il modo migliore per far muovere la gente, sia fisicamente che mentalmente e nelle sue attività.
Infine, ovviamente, vorremmo vedere le arti performative contemporanee riconosciute in ogni parte d’Europa come una forma d’arte estremamente umana, che aiuta la società ad imparare, a dare valore all’imprevisto e ad affrontarlo meglio.

Dal suo particolare osservatorio, che impatto ha avuto la crisi finanziaria sulle organizzazioni culturali?
La crisi ha colpito il settore artistico in modo non uniforme e credo che tra i vari settori quello che ha ricevuto il colpo più duro sia proprio il settore delle arti performative contemporanee.
In alcuni Paesi, dove le arti contemporanee sono rappresentate solo dal cosiddetto settore “indipendente”, le compagnie hanno perso tutto il loro supporto pubblico.
È fantastico vedere come, stando ai nostri dati, i numeri di pubblico non siano crollati. Ma questo non compensa i sussidi persi e i budget ridotti che hanno ovviamente un impatto, sia artisticamente che dal punto di vista gestionale e organizzativo: assistiamo a una riduzione dei costi che si concretizza in più assoli, più collaborazioni con non professionisti, più performance in spazi pubblici (che hanno il merito di raggiungere nuovi spettatori, non solo di ridurre i costi). Inoltre, per quanto riguarda le risorse umane… molti si stanno esaurendo.

Cosa si aspetta dal teatro italiano che vedrà a Bergamo?
Sono emozionata di avere l’opportunità di conoscere questo campo un po’ meglio. Devo ammettere che ho perso la cognizione di molte compagnie negli anni ’90, ad eccezione di pochi artisti molto conosciuti.

 Intervista a cura di Margherita Gallo

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