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Twitter intervista a ricci/forte / Special Guest Simona Polvani

Per il Diario di Bordo di B.Motion 2011 la redazione del Tamburo di Kattrin si apre ad accogliere contributi e segni degli ospiti del Festival: critici, studiosi, operatori che passano per Bassano del Grappa in questi giorni sono invitati a lasciare un intervento sulle nostre webzine, per raccontare, tramite i diversi canali del web, quello che accade a B.Motion.

Simona Polvani è arrivata a Bassano il 1 settembre. La sua presenza in redazione prende forma, su queste pagine web, attraverso la tweet-intervista che ha condotto con Stefano Ricci e Gianni Forte della compagnia ricci|forte: pochi velocissimi caratteri per parlare di un lavoro artistico che sta girando tutta l’Italia e interrogando profondamente i limiti di teatro e drammaturgia.
Qui potete dare un’occhiata alla schermata di Twitter o leggere l’intervista trascritta per intero.

La tweet-intervista a ricci/forte

Twitter intervista a ricci/forte: una performance verticale
di Simona Polvani

Days after Twitter. L’intervista è stata fatta. In tutto, tra domande e risposte, 27 tweet per entrare nel mondo allegorico, iperreale, pop-poetico di ricci/forte. Un flusso di parole in diretta,che per chi non avesse potuto seguirlo in live, riproduciamo qui di seguito. È annullata l’esperienza del tempo che cesura il manifestarsi di un tweet dall’altro, carica l’attesa di aspettative, e si appaga con il gusto della scoperta, possibile solo seguendo i tweet nel loro apparire live. Permane però la forza del pensiero modellato in una parola che è costretta e liberata assieme nella dimensione di un tweet di (al massimo) 140 caratteri.

ricci/forte si producono così in un’altra performance, scolpendo immagini tridimensionali e metriche che hanno la vertigine della verticalità, piombo fuso colorato in biglie lanciate nella rete, concentrati della loro visione estetico-politica.


Simona Polvani

1 – La realtà è senza fiaba?
ricci/forte

1/1 Al contrario. il mondo che ci circonda trabocca di prodigi, tutti incastonati dentro una voliera toracica..
1/2 e pronti ad essere sprigionati con un briciolo di coraggio. ma il reale è fatto anche di malefici…
1/3 nani da circo infidi, donne cannone rosse e prive di grazia, tese ad avvelenarti non appena presa coscienza,…
1/4 ..al cospetto di biancaneve, di essere nate ruote di scorta senza corona in testa. la fiaba, però, insegna…
1/5 …una mela al giorno toglie lo sporco e la perfidia di torno.

 

Simona Polvani
2 – Qual è il vostro modo di intendere la commistione di linguaggi sulla scena?
ricci/forte

2/1 …Il flusso vitale, il respiro che ci distingue dagli oggetti inanimati è download sciamanico che ci connette…
2/2 …direttamente con il pianeta e il tempo che occupiamo. Brandelli di esistenza, suggestioni, grida notturne…
2/3 …veglie sotto il sole diventano gli ingredienti edificanti; il novello frankestein che assume vita. Nulla è escluso…
2/4 …perché nulla esula dalla nostra permanenza. Spetta poi alla pupilla, in sintonia coi ventricoli, stabilire…
2/5 …il dresscode d’accesso alla messa in scena.

 

Simona Polvani
3 – Che ruolo hanno e come incidono le biografie dei performer nella costruzione drammaturgica dello spettacolo?
ricci/forte

3/1 Un’oasi di acqua potabile che scioglie cattedrali di sabbia tenute in piedi dall’assenza di etica/
3/2 lattine di redbull che vanno ad espandere un codice genetico visionario in continua muta. I performer isolano i virus/
3/3 ne amplificano le virulenze identificando un antibiotico all’assenza di domande e al morbo dei culidipietra/
3/4 …quel ceppo infettivo accomodante che ha sterminato il nostro paese.

Simona Polvani
4 – Che rapporto esiste tra musica e scrittura scenica in Grimmless e in genere nelle vostre creazioni?
ricci/forte

4/1 La musica è il ticchettio universale, l’ingranaggio che dipana il pop-up di ognuno di noi. Come emuli di silver surfer/
4/2 …sdruccioliamo sulle impalcature sonore per svelarne il richiamo soffocato, l’S.O.S. di soccorso che nessuna vocale/
4/3 …potrebbe esprimere. La musica sussurra, implora, schiaffeggia (e) la sonnolenza: è il CAFÈ ZERO della nostra coscienza/
4/4 …che ci permette di lanciare personali fughe, variazioni di un’urgenza mai doma.

 

Simona Polvani
5 – Che tappa rappresenta Grimmless all’interno del vostro percorso artistico?
ricci/forte

5/1 È l’alba di un giorno nuovo. Ricco di promesse. tenero di nostalgie. pessimo al domani. Quando altra luce/
5/2 …segnerà un giorno in più sul calendario. Saremo sempre gli stessi, sempre differenti. Cresciuti a ovest dei ricordi/
5/3 …al desiderio delle esperienze future… perché la vita disattende, fortunatamente, i nostri piani consegnandoci/
5/4 perenni 24ore tutte ancora da scrivere.

 

 

 

 

 

 

 

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Choreoroamer #6: Janet Novás Rodriguez

Siete curiosi di conoscere meglio i segni particolari dei nove coreografi partecipanti a Choreoroam Europe 2011? Li abbiamo incontrati e “schedati”… Ecco le risposte di Janet Novás Rodriguez

 

Nome: Janet Novás Rodriguez

Data di nascita: O Porriño, Galizia (ES)

Luogo di nascita: 1982

Centro con cui partecipa a Choreoroam: a-2/ Certamen Choreography Paso de Madrid (ES)

 

 

1) Janet Novás Rodriguez in tre parole
Intimista, compartecipe e fantasiosa

2) Definisci in una frase la tua ricerca coreografica
La mia ricerca coreografica indaga le piccole cose della vita, come queste possano connettersi al mondo e che cosa accade nel mezzo, tra l’uomo e il mondo

3) Lo spettacolo che ti ha cambiato la vita
C’è una performance che non mi ha cambiato la vita, ma ha aperto la mia mente: avevo 21 anni, era il lavoro intimista della tedesca Juschka Weigel

4) Se la tua vita fosse uno spettacolo, chi sarebbe il coreografo?
Kate Mclntons

 

5) E se ti chiedessi di scegliere il coreografo tra uno dei Choreoroamers?
Anche se non lo conosco molto, credo Alessandro Sciarroni

6) L’aspetto che preferisci di Choreoroam
Essere insieme a questo gruppo di persone con cui condividere un luogo dove poter pensare, dove trovare la forza per credere e insistere su una propria ricerca. Siamo persi insieme e insieme siamo fuori dalla vita normale.  

 

7) L’aspetto più difficile di Choreoroam
La lingua inglese (sorride, ndr)

 

8) Un ricordo che porterai con te di Choreoroam – Bassano del Grappa
La canzone Ten Women che Alessandro Sciarroni ci ha fatto ascoltare e che ci ha accompagnato tutta la settimana; inoltre una frase che uso spesso e che ha fatto ridere tutti: “me I like!”.

Elena Conti / Carlotta Tringali

 

Per saperne di più visita il blog di Choreoroam Europe