programma festival 2011

Rassegna Stampa Festival 2011

 

Rassegna stampa web dei festival 2011
La sezione de Il Tamburo di Kattrin dedicata alla rassegna stampa del web si apre con un piccolo evento: abbiamo chiesto ai diversi siti che si occupano di informazione e critica teatrale di segnalarci ciascuno un articolo fra quelli pubblicati riguardo i festival della stagione che si sta chiudendo in queste settimane. Altri articoli, per fornire un panorama web il più completo possibile, sono stati linkati autonomamente.
Ringraziamo tutti coloro che hanno voluto partecipare con la propria segnalazione, condividendo i propri contenuti sul Tamburo di Kattrin.


Eresia della felicità - foto Claire Pasquier

Il sistema dei Festival. Intervista a Isabella Lagattolla di Chiediteatro sul Festival delle Colline Torinesi (06/2011)

Polverigi, addio al festival di Anna Bandettini su Inteatro Festival di Polverigi (Post teatro, 14/06/2011)

La prima notte di Inequilibrio tra furore e nostalgia di Roberto Rinaldi su Inequilibrio di Castiglioncello (Rumor(s)cena, 3/07/2011)

Santarcangelo 2011: chiamata pubblica di Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti su Santarcangelo 41 (Stratagemmi, 07/2011)

Crisi del teatro in crisi di Graziano Graziani (Altre Velocità, 07/2011)

Gradisca il festival. È l’onesto Omissis di Fabio Bozzato su Omissis di Gradisca d’Isonzo (Artribune, 6/07/2011)

The Hirata way of life di Maria Grazia Gregori da Santarcangelo 41 (MyWord, 17/07/2011)

Rezza, o della sfida al pensiero unificato di Tommaso Chimenti da Collinarea di Lari (Corriere Nazionale, 28/07/2011)

Preludio sulla soglia di Mariella Demichele da Volterrateatro (Fatti di teatro, 29/07/2011)

Volterra: la festa finale di 25 anni di teatro possibile di Daniela Arcudi da Volterrateatro (Krapp’s Last Post, 31/07/2011)

Nel carcere, nella città degli scontri, con i sogni di Mercuzio di Massimo Marino da Volterrateatro (Controscene, 1/08/2011)

Danza, ideologia ed espressione di Renzo Francabandera sul Festival d’Avignon (Paneacqua, 2/08/2011)

Da Oriente a Occidente, tra le vie del Festival di Edimburgo 2011 di Sergio Lo Gatto da Edinburgh International Festival (Teatro e Critica, 11/08/2011)

“Le chant du dindon” chiude il Festival Castel dei Mondi di Andria di Antonella Carone da Castel dei Mondi di Andria (Recensito, 5/09/2011)

La casa di Bernarda Alba con Lina Sastri di Maddalena Porcelli da Napoli Teatro Festival (TeatroCult, 1/10/2011)

La curva flamenca di Israel Galván di Simone Pacini su ¡Flamenco! di Roma (Krapp’s Last Post, 7/10/2011)

 Il tempo e lo spazio “Before Your Very Eyes” per Gob Squad e Campo al festival VIE2011 di Modena di Laura Gemini da VIE di Modena (L’incertezza creativa, 22/10/2011)

 Le eccellenze della scena mondiale alla Biennale Teatro di Venezia di Farida Monduzzi e Giacomo Botteri sulla Biennale Teatro di Venezia (Non Solo Cinema, 18/10/2011)

Wunderkammer Soap – RomaEuropa Festival 2011 (Roma) di Andrea Cova da Romaeuropa Festival (Saltinaria, 7/11/2011)

Rassegna stampa B.Motion 2011

 

Rassegna stampa web del festival B.Motion 2011 – Bassano del Grappa, 23 agosto / 3 settembre 2011

B.Motion, Il festival dei linguaggi contemporanei di Bassano di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 11/08/2011)

All’ombra del Monte Grappa un festival di fine estate di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 20/08/2011)

Così lontana, così vicina: due settimane a Bassano del Grappa per B.Motion 2011 di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 24/08/2011)

Il disagio dell’uomo a B.Motion. Nerval Teatro e Babilonia Teatri di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 28/08/2011)

B.Motion danza. Tra solitudini emotive ed incontri inaspettati di Rita Borga (Krapp’s Last Post, 30/08/2011)

Alla ricerca del corpo perduto, una pièce che rischia di incagliarsi su concetti troppo sentiti di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 30/08/2011)

Primo giorno a B.Motion 2011: la vita che scorre oltre la morte, tra le due sponde del Brenta di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 30/08/2011)

Quando l’elogio della fine diventa un inno alla vita. Recensione a “The end” di Babilonia Teatri di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 31/08/2011)

Secondo giorno a B.Motion 2011 e prima immersione: chi ha paura di bagnarsi? di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 31/08/2011)

Al B.Motion i linguaggi performativi di Citta’ di Ebla e Anagoor di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 31/08/2011)

“Premio Scenario” teatro e tanti giovani artisti. Alcuni non li sentirete più di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 01/09/2011)

Terzo giorno a B.Motion 2011: a chi corrispondono gli amorosi sensi? di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 01/09/2011)

Ancora danza per B.Motion, che domani chiude una ricca edizione 2011 di Mario Bianchi (Krapp’s Last Post, 02/09/2011)

Coppia Ricci-Forte, connubio perfetto della drammaturgia odierna di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 02/09/2011)

‘The dead’ di Joyce riletto in chiave quasi cinematografica di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 02/09/2011)

Il teatro sotto la neve di Silvia Mei (Culture Teatrali, 09/2011)

Quarto giorno a B.Motion 2011: i dubbi sull’arte a prima vista di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 02/09/2011)

Quinto giorno a B.Motion 2011: il buongiorno si vede dal mattino di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 03/09/2011)

The End: quando la morte non deve far paura di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 03/09/2011)

Ultimo giorno a B.Motion 2011: si vede correndo un festival di lungofiume di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 05/09/2011)

Un grido di dolore squarcia l’ignoto. Maurizio Lupinelli rilegge l’Antigone di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 06/09/2011)

Aure di Teatropersona: vivono oggi le presenze del tempo perduto di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 07/09/2011)

Aure di Teatropersona di Renato Palazzi (MyWord, 07/09/2011)

“Aure”, la sostanza dell’intangibile di Tommaso Chimenti (Corriere Nazionale, 09/09/2011)

La stanza del tempo perduto e’ nella memoria presente di Teatro Persona di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 10/09/2011)

Duramadre, una donna e i suoi figli. Crudele e irrisolta… di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 11/09/2011)

Il pubblico è sempre il miglior giudice? di Renato Palazzi (MyWord, 12/09/2011)

Chiara Bersani & co. Creatività in relazione aperta di Rita Borga (Krapp’s Last Post, 14/09/2011)

L’immaginario artistico dei Ricci/Forte, nel pensiero del critico e del performer di Roberto Rinaldi (Rumor(s)cena, 20/09/2011)

 

Tutti gli articoli del Tamburo di Kattrin redazione stabile dal 28 agosto al 3 settembre 2011

Rassegna stampa Primavera dei Teatri

 

Rassegna stampa web del festival Primavera dei Teatri 2011 – Castrovillari, 30 maggio / 5 giugno 2011

Castrovillari. La Primavera dei Teatri a un passo dall’estate di Sergio Lo Gatto (Teatro e Critica, 30/05/2011)

Punta Corsara di Tommaso Chimenti (Scanner, 31/05/2011)

Goethe Schiatta di Tommaso Chimenti (Scanner, 01/06/2011)

Castrovillari, la Primavera in scena di Anna Bandettini (Post teatro, 02/06/2011)

A Castrovillari è sempre più “Primavera” di Domenico Donato (ABM Report, 02/06/2011)

Sacre-stie di Mauro Sole (Le Grandi Dionisie, 03/06/2011)

Crack Machine di Mauro Sole (Le Grandi Dionisie, 04/06/2011)

Frateme di Mauro Sole (Le Grandi Dionisie, 04/06/2011)

Primavera dei Teatri, di scena il nuovo di Paola Abenavoli (Cultura Life, 06/06/2011)

Il potere dell’immaginazione di Ricci/Forte di Anna Puleo (Linking Calabria, 06/2011)

Tra rose e cedri concerto di Fabrizio Piepoli a Primavera dei Teatri 2011 di Anna Puleo (Linking Calabria, 06/2011)

Incontro con Peppino Mazzotta di Anna Puleo (Linking Calabria, 06/2011)

Primavera dei teatri di Renzo Francabandera (Paneacqua, 10/06/2011)

Frateme di Renato Palazzi (delTeatro, 13/06/2011)

Radio Argo di Mauro Sole (Le Grandi Dionisie, 16/06/2011)

Flashback su Primavera dei Teatri di Renzo Francabandera (Krapp’s Last Post, 28/09/2011)

Tutti gli articoli de Il Tamburo di Kattrin, redazione stabile dal 30 maggio al 6 giugno 2011

Contemporanea Festival arriva d’autunno

Contemporanea Festival, quest’anno, si svolge in autunno, mutando la tradizionale collocazione in chiusura di stagione (e in apertura rispetto al ciclo delle rassegne estive). Il Teatro Metastasio Stabile della Toscana conferma l’attenzione per la creatività performativa emergente segnata in questi anni dal lavoro del Festival diretto da Edoardo Donatini e, anzi, ne colloca la presenza a mo’ di “prologo” della propria stagione 2011/2012 – una sorta di «fuoco d’artificio culturale» che intende trasmettere agli spettatori e ai cittadini le intenzioni dello Stabile in termini progettuali e di politica culturale.

La città di Prato, infatti, dal 23 settembre all’8 ottobre, sarà invasa da numerosi appuntamenti con la ricerca teatrale, affermata ed emergente, italiana e internazionale. Nella sezione “Scena contemporanea” si trovano i grandi eventi della rassegna: fra tutti, la chiusura del Festival con l’Odin Teatret che da decenni continua ad essere un riferimento assoluto per un modo alternativo di fare e vivere il teatro; la compagnia guidata da Eugenio Barba è presente con uno spettacolo in prima nazionale (La vita cronica, 4-8 ottobre) e con un incontro aperto al pubblico, il 6 ottobre, coordinato dal critico Gianfranco Capitta. Ma, in quest’ambito, sono presenti anche altri ospiti internazionali – dagli svizzeri dell’Alakran, che interrogano con umorismo i luoghi comuni della società contemporanea, all’indagine sul corpo della danz’autrice belga Lisbeth Gruwez, alle curiose commistioni fra arte coreografica e culinaria di Radhouane El Meddeb – a compagnie italiane affermate, come Teatro delle Ariette, Kinkaleri e Teatro Sotterraneo. C’è poi la sempre attesissima sezione “Alveare”, in cui anche quest’anno si potranno osservare gli stimoli e le tensioni più attuali della creatività emergente, in una «zona franca» che per il 2011 si articola in 2 “volumi”, ognuno per un fine settimana di Festival. Nel primo (dal 24 al 27 settembre), i nuovi lavori di Pathosformel e di Yael Karavan, Atto semplice di Compagnia dello Scompiglio-Azul Teatro e il nuovo studio di inQuanto teatro sul progetto Nil admirari; nella seconda parte (29 settembre-2 ottobre), invece, il primo studio del nuovo lavoro di CapoTrave, e poi Matteo Fantoni, gruppo nanou & Letizia Renzini, Alessandra Coppola e David Zagari. Infine, torna a Contemporanea l’attenzione per il teatro ragazzi, in un’apposita sezione (“Contemporanea ragazzi”) in cui Kinkaleri e TPO (con Tom Dale) rilanciano i normali rapporti fra narrazione e spettatori oltre i confini consueti del teatro ragazzi.
Attraverso la sezione “Progetti speciali”, il Festival invade fisicamente la città, portando teatro e performance in luoghi insoliti o in situazioni atipiche, che rendono lo spettatore vero protagonista dell’evento performativo, come nei lavori di Cuocolo e Bosetti o nella performance di Katia Giuliani. In questo ambito, oltre all’assemblea nazionale del progetto C.Re.S.Co., anche la speciale serata d’apertura che inaugurerà il 23 settembre le attività del Festival: una Notte contemporanea negli spazi di Via Genova con performance, mostre, video-installazioni e musica.

In anni in cui la cultura e il teatro sono sempre più in condizioni di difficoltà e marginalità, per lo Stabile della Toscana, con il Festival Contemporanea, l’idea è quella di non venire meno alla propria linea di lavoro e anzi, di anticipare sostanzialmente l’apertura della stagione, affidandola a un prologo dedicato alla ricerca e alla creatività emergente. Una sorta di ambizioso augurio per l’attività teatrale di tutto l’anno, che si spera abbia un vivace riscontro nei mesi che verranno.

Roberta Ferraresi

Quel che resta dei Grimm secondo RicciForte

Foto di Angelo Maggio

C’era una volta… BANG! Ora non c’è più.
Ricci/Forte
sbarcano a Primavera dei Teatri con Grimmless, uno straordinario tentativo di rileggere i fratelli Grimm e applicarli alla vita reale. Non esistono più principi e principesse. La disperata ricerca del mondo delle favole si trasforma in un blob vitale che ingloba nel suo crudo scorrere un piccolo frammento di storia, a volte anche solo un c’era una volta.
Ci siamo dimenticati che la maggior parte delle novelle scritte dai fratelli Grimm sono delle vere e proprie storie dell’orrore. È solo rileggendole da adulti che da quelle fiabe emergono i risvolti più inquietanti e scabrosi; quasi che la violenza, celata da morbide parole e lieti fini, non sia mai esistita. Eppure sono lì, sotto i nostri occhi: abbandoni, omicidi e cannibalismo mascherati da storielle, perché tanto “tutto finisce bene…”. E se a quelle storie, che conosciamo a menadito, togliessimo il finale? Un lupo ha assalito un’anziana ed è stato freddato sul colpo appena prima che sbranasse la nipotina, una giovane donna è rimasta in coma dopo aver morso una mela, due fratellini sono stati rinchiusi e seviziati da una donna… Sono storie di tutti i giorni. L’energia vitale del lavoro, risiede tutta nelle parole: se la violenza degli spettacoli precedenti si esprimeva in azioni e immagini, quella presente in Grimmless è fredda e tagliente del verbo espresso con la lucidità di un omicidio a sangue freddo.
Quella che raccontano ricci/forte non è una vita da favola, piuttosto è la vita coniugata come se fosse una favola. L’impianto drammaturgico mescola estratti delle fiabe più conosciute con leggende e miti d’oggi. Ecco che Facebook diventa il libro degli incantesimi, per predire e leggere nel pensiero. «Ti ho taggato in una foto all’inizio del sentiero, ti ho taggato mentre corri verso gli alberi a occhi chiusi» così inizia Cappuccetto Rosso; «Perché hai chiuso la chat? Per guardarti meglio». «C’era una volta un Paese a forma di scarpa, ora non c’è più».

foto di Angelo Maggio

Prende un risvolto inaspettatamente politico l’ultimo lavoro del duo romano: sarà che ultimamente la politica di favole ne racconta parecchie e forse la quotidianità è intrisa e imprescindibile da essa. Il collegamento  diretto, non del tutto scontato, calza a pennello: un’invasione di rimandi cromatici e testuali espliciti riporta la storia dall’aldilà e ricolloca immediatamente i fatti in scena. Più volte è stata resa nota questa caratteristica dei brani, scritti in questo caso da Gianni Forte, un’universalità che parte da un individualismo marcato e personalissimo: si tratta per lo più di monologhi, vite che si incrociano, personaggi extra-ordinari lontanissimi dai quelli che crediamo essere i nostri orizzonti.  Ma un instante dopo arriva puntuale, trovando l’ago nel pagliaio, esattamente quel riferimento, quell’emozione descritta proprio come solo tu pensavi d’averla provata. Ed ecco che lo spettatore soffre con quel corpo che si dilania in scena. Accade e basta.
Oppure non accade, ed è giusto renderne conto, questo è uno di quei casi in cui il teatro divide il pubblico. A Castrovillari – ma forse non solo qui – gli spettatori si sono divisi nettamente e fuori dalla sala, finalmente, si è animato il dibattito. Violenza gratuita, nudo in scena, assenza di senso le tematiche più discusse. Ovviamente non vi è torto o ragione, teniamo solamente a sottolineare quanto questa sia la vera natura del teatro: aprire al dialogo, allo scontro, al confronto. L’irriverente messinscena, lo spregiudicato uso del corpo e della parola sono sicuramente indispensabili grimaldelli nello scatenare reazioni, tanto da aprire la bocca – e perché no, la mente – del pubblico.
Rispetto a lavori precedenti come Troia’s Discount e Macadamia Nut Brittle che hanno portato ricci/forte alla ribalta, Grimmless risulta – nonostante tutto – meno forte e incisivo. L’atto sessuale è quasi sfiorato ma non si impossessa della scena, il nudo arriva solo in chiusura e in una forma delicata, puramente estetica, quasi superflua. Si potrebbe addirittura azzardare ad una voluta e intelligente astinenza dalla irruenza consueta (per coloro che conoscono il percorso del gruppo ovviamente), un freno auto-imposto atto all’apertura ad un pubblico ancora più largo, meno elitario e più comune – con tutto ciò che c’è di positivo nel termine.
L’energia propulsiva di questo lavoro – e più in generale della poetica iperbolica del duo – lascia il segno in un festival che da sempre è votato ai nuovi linguaggi e che lavora da anni per aprire nuovi orizzonti al panorama teatrale calabrese.

Visto a Primavera dei Teatri, Castrovillari

Camilla Toso

 

Dodicesima edizione per Primavera dei Teatri

“Nuovi linguaggi della scena contemporanea”: questo è il sottotitolo di una delle rassegne più attese dagli appassionati del teatro del presente, il Festival Primavera dei Teatri che quest’anno festeggia il suo dodicesimo anno di età. Nonostante i tagli e il periodo difficile che sta vivendo questo settore culturale, Castrovillari si conferma ogni volta come punto di riferimento per coloro che vogliono assistere a novità interessanti: la proposta continua ad essere nel tempo sempre valida e le diverse compagnie chiamate quest’anno a partecipare al festival lo confermano. Il gruppo teatrale Scena Verticale, formato da Saverio La Ruina, Dario De Luca – i due direttori artistici della rassegna – e da Settimio Pisano – addetto alla direzione organizzativa –, porta forse per una propria vocazione, una ventata d’aria fresca e rigenerante in una zona isolata e tagliata fuori dall’attenzione all’arte scenica nazionale. Proprio per questo Primavera dei Teatri acquista un’aura particolare, che spinge tantissimi operatori e critici a partecipare ogni anno a un festival confinato nella provincia cosentina che pulsa un’energia incredibile, soprattutto dovuta alla volontà di portare avanti con tenacia un progetto che investe nelle nuove drammaturgie e apre a un territorio che può offrire molto. Vincitore del Premio Speciale Ubu 2009, Primavera dei Teatri quest’anno avrà la durata di sei serate: l’inizio è previsto per il 31 maggio per terminare poi il 5 giugno. Tante le compagnie e gli spettacoli presentati, tra cui ci saranno ben otto prime nazionali.

Ad aprire il festival nella giornata del 31 maggio è una compagnia giovanissima, dotata di una carica incredibile: direttamente da Scampia i ragazzi di Punta Corsara portano in scena una farsa minore di Molière, Il Signor de Pourceaugnac, aggiungendovi delle sfumature tipiche di un mondo a loro più vicino, quello napoletano. Durante tutta la rassegna bisogna ricordare che non ci sarà mai un solo spettacolo a serata: dopo Punta Corsara è infatti il turno di Che disgrazia l’intelligenza! liberamente ispirato a un testo di Aleksandr Griboedov, portato in scena per la prima volta da Sicilia Teatro e diretto da Alessio Pizzech. Mercoledì 1 giugno sale sul palco un attore particolare che riflette sulla solitudine dell’uomo e sugli ostacoli di un artista: il noto critico de Il Sole 24 Ore e di delteatro.it Renato Palazzi si mette alla prova con Goethe schiatta di Thomas Bernhard diretto da Flavio Ambrosini. Ed è sempre di Thomas Bernhard lo spettacolo successivo: Il presidente ovvero ambizione odio nient’altro debutta per la regia di Carlo Cerciello e affonda il coltello nel potere e nella sopraffazione di quest’ultimo sulla morale. A chiudere la seconda serata del festival è Sacre-Stie scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta che affronta il delicato e attuale tema della pedofilia all’interno della chiesa. Torna Napoli e la napoletanità di oggi nella terza giornata del 2 giugno: Benedetto Sicca presenta in anteprima Frateme, testo di cui è drammaturgo e regista. Si prosegue poi con un’altra anteprima: Igor Esposito riscrive la tragedia greca Orestea dandole però il titolo Radio Argo, spettacolo diretto e interpretato da Peppino Mazzotta. Venerdì 3 giugno Primavera dei Teatri continua con ben tre spettacoli: il monologo meta-teatrale di Rosario Mastrota Fine, che si muove tra social network, nuove tecnologie e un unico attore in scena, precede il nuovo lavoro della Compagnia Musella Mazzarelli che, dopo il successo di Figlidiunbruttodio presentato l’anno scorso a Primavera dei Teatri, debutta quest’anno con Crack Machine. Prima di lasciare per qualche ora notturna il protoconvento francescano, sede del Festival, in attesa degli spettacoli della serata successiva, vi è un’altra prima: per la regia di Antonio Tintis debutta il testo scritto da Maria Teresa Berardelli Il paese delle ombre, una fotografia giornalistica scattata attorno la vicenda di un orfanotrofio. Sabato 4 giugno arrivano a Castrovillari gli enfants terribles della scena italiana: ricci/forte portano in scena Grimmless, fiabe ricostruite secondo un’atrocità quotidiana. Sempre all’infanzia si ritorna con lo spettacolo successivo, ma con un affondo sulla desolazione e lo sradicamento: è in dialetto messinese Patri ‘i famigghia, scritto da Dario Tomasello e diretto da Roberto Bonaventura. Il Festival non può che concludersi domenica 5 giugno con due debutti che parlano dello stesso territorio calabrese: Un italiano a Macondo scritto e diretto da Leonardo Gambardella, storia che racconta una zona periferica come quella locale e La brocca rotta a Ferramonti di Francesco Suriano, protagonista anche nella scorsa edizione di Primavera dei Teatri, che presenta uno spettacolo che parte da un testo di Kleist per affondare in tematiche sempre attuali come quella della violenza e che lo stesso Suriano co-dirige con Renato Nicolini.

Nuove drammaturgie, tematiche attuali e una scena contemporanea che lascia spesso spazio a compagnie meno note, ma non per questo meno valide, e che difficilmente si trovano anche in altri festival estivi di riferimento per il teatro: Scena Verticale ha assicurato negli anni un’altissima qualità di proposte che non hanno mai deluso le aspettative e che, per questo, continuano a spingere molte persone ad andare a Castrovillari. Dopo l’esperienza dell’anno scorso, Il Tamburo di Kattrin segue per la seconda volta l’intero Festival Primavera dei Teatri scrivendo articoli, approfondimenti, recensioni, interviste e raccogliendo i commenti del pubblico: non resta che mettersi in viaggio per partecipare o invitare tutti coloro che non potranno esserci fisicamente a seguire l’atmosfera della rassegna on-line sul nostro sito, dove cercheremo di portare una bella Primavera.

Carlotta Tringali