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10 Domande a… Renato Nicolini


Renato Nicolini

Incontriamo i registi presenti al festival Primavera dei Teatri per rivolgere le nostre “10 Domande a…”. Uno scambio di battute brevi ma prettamente significative per conoscerli meglio. Risponde Renato Nicolini, co-regista insieme a Francesco Suriano di La Brocca rotta a Ferramonti presente a Primavera dei Teatri.

 

 

 

1. Come definirebbe il suo/vostro teatro?
Quello mio e di Francesco Suriano è un teatro fatto di curiosità e di memoria

2. Che cos’è il teatro di ricerca?
Cambia sempre, la caratteristica del teatro di ricerca è proteiforme. Negli Anni ’70 la conquista del teatro di ricerca è stato il teatro immagine; oggi il teatro di ricerca va sia nella direzione di gruppi come Ricci/Forte (e può interessare anche chi non è mai stato a teatro) o, come è il caso del nostro spettacolo, verso quella di introdurre nel teatro di parola dei forti momenti di teatro immagine (come ad esempio ne La Brocca rotta a Ferramonti ci sono momenti in cui l’ispirazione visiva sembra Raffaello, Caravaggio). Si cambia sempre, credo sia la natura del teatro: quando il teatro pensa di avere uno statuto definito significa che il teatro va via

3. Come lo spiegherebbe ad un profano?
In questo stesso modo. Posso raccontare una mia esperienza: per anni ho amato molto poco il teatro, poi ho visto una volta Remondi e Capirossi che mettevano in scena Cottimisti e ho capito che c’era un altro modo di fare teatro dove la cosa importante non è il testo, che interessa il lettore, ma è il modo di abitare la scena. Il teatro di ricerca ha la sua dimensione sulla scena, la scrittura non esiste in realtà prima della messinscena

4. La Brocca rotta a Ferramonti in una frase.
Un gruppo di internati mette in scena Kleist. Il testo di Kleist ha una caratteristica: è la rappresentazione di un mondo che fa dell’assenza di verità il proprio fondamento proprio come il nazismo

5. Che cos’è per lei Primavera dei Teatri?
Un piacevole appuntamento sul finire della Primavera, quando già arriva l’estate e quindi è una promessa di sviluppi… Per la verità si promettono sempre questi sviluppi ma gli assessori di turno non colgono mai queste possibilità, sono molto deludenti. Diciamo che è un palcoscenico mancato per gli assessori alla cultura della Regione Calabria e un luogo molto piacevole per chi ama il teatro

6. Se la sua vita fosse uno spettacolo teatrale chi sarebbe il regista?
Io

7. Lo spettacolo che le ha cambiato la vita?
Cottimisti di Remondi e Capirossi

8. Uno scrittore che metterebbe in scena o a cui chiederebbe di scrivere una drammaturgia per lei?
Francesco Suriano l’ho già preso (ride, ndr) e glielo richiederei un’altra volta

9. Potendo scegliere: teatro come sede della compagnia o nomadismo?
Sono due belle opzioni ma credo il teatro come sede della compagnia, perché avendo una sede uno può anche andarsene

10. Quali sono le possibilità che il teatro possiede e che lo fa essere un’arte fondamentale?
Il teatro possiede tutte le possibilità. In fondo il mito del teatro è Eschilo: a parte la storia della tartaruga, Eschilo era regista e attore dei suoi spettacoli ed era una persona che aveva molta influenza nell’Atene di Pericle perché allora il teatro era anche una forma politica, era perfetto; poi da allora siamo andati sempre peggio

 

Biografia di Renato Nicolini
Conosciuto per l’Estate Romana, Renato Nicolini esordisce in teatro con Leo De Berardinis in Udunda Indina (1981). Tra i suoi testi rappresentati Addio D’Artagnan (L’Aquila, 1987, regia di Mario Missiroli) e Tre Veleni Rimesta e l’Antidoto Avrai (Villa Medici, 4 luglio 1989). Patria e Mito sarà rappresentato il 29 giugno al Festival di Spoleto, per la regia di Ugo Gregoretti. Ha diretto Volterrateatro dopo Vittorio Gassman nel 1987 e 1988; è stato Commissario dello Stabile dell’Aquila dal 1997 al 2000. Dal 2002 dirige assieme a Marilù Prati il Laboratorio Teatrale “Le Nozze” dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (Biografia gentilmente concessa da primaveradeiteatri.it)