Articoli

Tutti gli articoli del Tamburo di Kattrin

Nell’antro del Marchese

Per incontrare il Marchese de Sade, sinistro ed, ormai, leggendario autore libertino, il pubblico dei Teatri delle Mura deve compiere una sorta di discesa agli inferi nell’antro buio e freddo del bastione Alicorno. Ad attenderli Enrico Frattaroli, regista e protagonista muto di questo lavoro, che, perfettamente calatosi nei panni del personaggio a cui ha dedicato una pentalogia, con agghiacciante disinvoltura ci guida nei meandri più oscuri della filosofia di Sade.

I naturali desideri dell’uomo

‘uomo, per natura, desidera soddisfare delle necessità, tendendo ad essere egoista, ben lungi dall’istinto di occuparsi altruisticamente del prossimo. Nel mondo animale ne è una dimostrazione il cerchio della vita: lo stesso agnello ammetterebbe che il lupo deve mangiarlo, è naturale così come lo è la crudeltà e il piacere che se ne prova compiendola.
Questi alcuni tra i concetti che Enrico Frattaroli ripropone con “SADE: OPUS CONTRA NATURAM, Voyage en Italie, Padova”.

Drammatizzazione sonora di uno spazio bidimensionale

Poco considerata come apertura verso possibilità altre, la voce umana può stupire con le sue numerose potenzialità di espressione e può ricreare uno spazio sonoro, dove ci si può immergere, scoprendo così nuove sensazioni, nuove strade che si possono percorrere con questo strumento che ci appartiene, perché insito nel nostro corpo. È una drammatizzazione sonora quella che Chiara Guidi ha proposto al pubblico del festival padovano; non una semplice lettura del testo di Edwin Abbott, “Flatlandia”, ma un’interpretazione vocale che riproduce timbri e varie sfumature di tonalità.

Dubbi dimensionali

In un luogo come i Bastioni Santa Croce, in cui lo spazio trasmette forte la sua tridimensionalità, stupisce ritrovarsi ad ascoltare il racconto di un paese bidimensionale come quello di “Flatlandia”, mondo inventato nel 1882 dal reverendo e pedagogo Edwin A. Abbott e oggi presentato, in prima regionale, da Chiara Guidi, fondatrice della Societas Raffaelo Sanzio.

Recitazione svuotata. E Shakespeare ringrazia

In un suggestivo ambiente decadente, un bastione dimenticato e trasformato in spazio teatrale dal Festival Teatri delle Mura, è andato in scena “Il mercante di Venezia”, spettacolo primo della ormai stimata rassegna padovana.

L’enigma o l’azzardo?

Parlando de “Il Mercante di Venezia”, il regista, Massimiliano Civica, lo paragona ad un enigma, e si domanda il perché si sia sempre convinti di dover trovare una risposta, perché è implicito che vi sia una soluzione.”

Delirante divenire di creta

I due eclettici artisti Miquel Barceló e Josef Nadj, pittore e scultore ispanico il primo e coreografo naturalizzato francese il secondo, hanno dato vita a “Paso Doble”, una performance/happening che aveva già debuttato al Festival Teatro di Avignone nel 2006.

Luci, ombre e spazio sonoro

L’artista gallese Cerith Wyn Evans, invece, su commissione della Thyssen Bornemisza Art Contemporany (T-B A21) trasforma per tre serate il Teatro Goldoni in un cinema sui generis: il boccascena è chiuso da uno schermo sul quale viene proiettato un lavoro video, accompagnato dalla composizione elettronica di Florian Hecker, per la durata totale di 40 minuti.

Saper quadrare i cerchi

Presentazione dell’incontro con Susanne Franco

Cammini possibili

Kessaci Farid è uno dei tre detenuti che, ottenuto il permesso premio dal carcere, ha partecipato venerdì 22 maggio al Teatro alle Maddalene di Padova a uno spettacolo, frutto, ancora in fase di maturazione, del laboratorio teatrale condotto da M.Cinzia Zanellato e Andrea Pennacchi nel carcere Due Palazzi.
Questo primo studio del laboratorio Volario-Teatro Civile, nasce dall’incontro tra il gruppo di persone detenute di TAM Teatrocarcere e un gruppo di giovani allievi attori di TAM/Oikos, officina delle arti sceniche.