Suggestioni Manipolate

foto di Alvise Nicoletti

foto di Alvise Nicoletti

Serata internazionale di manipolazioni e atmosfere magiche la terza ed ultima in programmazione al FoPA09 di Pola: in scena il danese Senor StetS al magazzino ex-Porrer e lo spagnolo Migui Mandala Sol all’ex-Istra.

Cuerdo è uno spettacolo che sta tutto in una valigia: pochi elementi – tre corde, alcune trappole per topi, un megafono collegato a un vecchio mangiacassette, un pesciolino finto ed un amo – bastano all’artista per affascinare il pubblico con un lavoro costantemente in bilico tra il clownesco e la poesia. Attraverso la manipolazione di oggetti, le corde divengono occhiali o sinuosi serpenti, il suo volto si trasforma, diverte una platea entusiasta di assaporare un’atmosfera quasi d’altri tempi, retrò, da artista girovago che non ha bisogno di escamotage tecnologici, ma che si affida completamente alla sua bravura ed alla capacità di creare fin da subito una grande complicità con gli spettatori, spesso sorpresi ed emozionati.

foto di Alvise Nicoletti
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Ogni volta che Senor StetS fruga nella valigia, come se tutti fossero tornati bambini, si attende in trepidante attesa cosa ne estrarrà per regalare nuovi piacevoli momenti: da giocoliere si trasforma in improbabile fachiro, per poi diventare mostro, danzatore, e tornare, di nuovo, pallido clown, senza interrompere mai il suo muto dialogo con il pubblico, che non può fare altro che rispondere con numerosi e meritatissimi applausi. Cuerdo è uno spettacolo da vedere perché regala quaranta minuti di leggerezza e fascinazione, perché ricorda e dimostra che un bel lavoro teatrale può essere semplicissimo ed economico, andando a rivisitare le radici più popolari di quest’arte. Come la vissuta valigia di pelle, tutto lo show sta sulle spalle di un artista che non si risparmia mai, un contemporaneo Charlot che sa rendere magica la semplicità.

foto di Alvise Nicoletti
foto di Alvise Nicoletti

Semplicità e magia, ma dal chiaro sapore orientale, tornano anche in Mikado di Migui MandalaSol, che, uscendo da una gabbia, fa librare nello spazio bacchette flessibili, trasformandole e trasformandosi con esse, in una sequenza gestuale ispirata alla danza Butoh giapponese. Sul raffinatissimo tappeto sonoro dei Selva de Mar, che contribuisce alla forza ammaliante del lavoro, l’artista spagnolo dipinge nello spazio una coreografia curata e minimale. Mikado è un lavoro sulle metamorfosi – spaziali, fisiche e materiali – dei dettagli, che si trasformano con perizia e costanza, di continuo. Di difficile comprensione probabilmente per l’uso di un linguaggio non abituale e poco conosciuto, la performance chiede, forse, non di essere capita ma solo assaporata; nel tentativo che qualche metamorfosi avvenga, emozionalmente, negli spettatori.
Il simbolismo, criptico, della coreografia lascia così spazio ad una visione meno concettuale, trasportando gli spettatori in un’atmosfera lontana e suggestiva che Migui MandalaSol dimostra di saper creare grazie alla sua concentrata presenza che in ogni piccolo gesto è sempre carica di un’energia che non può non essere percepita.
La metamorfosi, quanto è meno plateale, tanto più costringe ad una visione più attenta ed a una riflessione sullo spazio, sul corpo e quindi sull’uomo, che si manifesta nella sua bellezza proprio nei dettagli più nascosti, spesso non presi in considerazione, alla riscoperta di una diversa consapevolezza di sé e del movimento.

foto di Alvise Nicoletti

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Visti all’ex-Porrer e all’ex-Istra, Pola (Croazia)

Silvia Gatto

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