B.Class con Eva Recacha

 

 

Abbiamo curiosato tra i workshop di danza B.Class, tenuti ogni mattina a Bassano del Grappa dalle 10 alle 12 da differenti coreografi di fama internazionale. Il giorno 26 agosto la lezione è stata tenuta dalla giovane Eva Recacha: ecco foto e impressioni dei partecipanti!

BIOGRAFIA di Eva Recacha

Coreografa e performer che vive e lavora a Londra, è tra i quattro finalisti del biennale The Place Prize 2011 di Londra. Ha presentato il 25 agosto qui a B.Motion Begin to begin. Il suo lavoro esplora la relazione tra testo e movimento alla ricerca di un preciso significato. Attualmente ha intrapreso un percorso di riscoperta della cultura popolare e i suoi ultimi lavori prendono spunto da antiche rime come pure dal teatro delle marionette. A partire da moduli tradizionali offre una reinterpretazione attraverso i codici del linguaggio contemporaneo.

 

COMMENTI DEI PARTECIPANTI

 

Eva stamattina ha spalancato alla classe le porte del suo mondo, del suo modo di lavorare e di creare. La lezione è stata, oltre che interessante a livello artistico, utile per capire come, un pezzo come quello di ieri sera, viene creato e soprattutto dopo quanto lavoro si arriva ad avere una performance del genere. La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che lei cerca e pretende la totale libertà del corpo, del corpo in comunicazione. Secondo me la sua danza si potrebbe chiamare “la danza del respiro” visto che la sua musica è fatta di respiri. Il respiro diventa ritmo, ritmo del corpo; per cui, avendo ogni essere umano, ogni individuo, il suo respiro, tutto diventa unico.

Carolyn Carlson sostiene che il respiro è composto, come la danza stessa, dai due principi regolatori dell’Universo, il dare e il prendere.
Quando si inspira e si espira, quando si danza e si crea danza, si dà e si prende.
Ognuno di noi è unico e ha maniere diverse sia per per respirare che per danzare; questa unicità viene espressa chiaramente dal lavoro di Eva Recacha, in particolare modo dalla lezione di stamattina. Lei non crea, lei scava in se stessa e fornisce ai suoi danzatori gli strumenti per poter indagare se stessi, come ha fatto questa mattina con noi. Carolyn Carlson sostiene che gli artisti non sono dei geni perché tutto ciò che fanno è una ripetizione, un qualcosa già fatto. L’artista sviluppa da idee già note un lavoro sul proprio corpo, sul proprio respiro, sul proprio ritmo.
Questo è quello che fa Eva, lo mette in atto e lo trasmette in maniera straordinaria. Chiara

Un lavoro intenso sul legame tra l’uso del suono vocale e il movimento, secondo una logica di abbinamento lineare e in un’atmosfera giocosa. Marco

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