Videointervista a Menoventi

Abbiamo incontrato al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia Gianni Farina, impegnato con la sua compagnia Menoventi in una residenza per la rassegna Movimenti del teatro lagunare. La giovane compagnia, fondata nel 2005 da Consuelo Battiston, Gianni Farina e Alessandro Miele, dopo aver presentato al pubblico veneziano Invisibilmente, ha abitato questo teatro per un’intensa settimana di residenza/laboratorio/audizione. Al lavoro di ricerca per sviluppare il nuovo spettacolo, Menoventi ha  affiancato un’esperienza laboratoriale aperta ad attori professionisti tra i quali verranno scelti i futuri collaboratori del nuovo progetto di Menoventi, presentato in forma di prova aperta a conclusione della loro permanenza al Teatro Fondamenta Nuove: UBIQ.

3 thoughts on “Videointervista a Menoventi

  1. leo0nardo says:

    ma quante banalità dice?
    Gianni farina scopre adesso che le improvvisazionei e il caso sono fondamentali nella creazione di uno spettacolo? se questo è il futuro…
    lui dice di ingabbiare il pubblico per farlo reagire come loro vogliono, ma mi dico, un’ opera d’arte non dovrebbe essere apeta a tutte le sensibilità e quindi a tutte le reazioni, quindi la loro non è opera d’arte lui dice di fare statistica delle reazioni , ecco la mia io sono stato infastidito dalla infantilità di questo spettacolo, andare a teatro a sentir cantare due presunti attori ” un elefante si dondolava… bla bla bla… “canzoncina che cantavo neanche alla medie è cosa proprio non augurabile.
    poi vorrei ricordareloro che il primo esercizio che si fa in tutte la scuole di teatro è proprio quello: sei sul palco, hai esaurito tutte le idee, non sai come cavartela, qualcuno però ti guarda, ti continua aguardare e a sezionare come fossi un insetto, qualcosa devi fare, qualcosa dovrai pur fare, qualcosa, qualcosa!
    i menoventi nulla, nulla, nulla, cantano l’elefante , si spostano, poi si ritrovano di nuovo in centro….dicono frasi fatte e basta, basta, basta!
    poca , poca, poca fantasia
    comico? ma quale comico? io non ho mai riso, dei dodicenni ridono per quello che fanno imenoventi.
    forma econtenuto non sono separabili?????.. ah…..siamo proprio alle banalità, sto anche perdendo troppo tempo.

  2. Mi permetto di replicare, anche se temo di fare perdere troppo tempo a Leonardo che sembra averne così poco…
    Male che vada, caro spettatore impegnatissimo, puoi smettere di leggere da ora.
    Mi fa piacere la tua sincerità, mi fanno molto piacere le tue parole; mi dispiace un po’ per il rancore che leggo fra le righe. fai bene ad irritarti per qualcosa che ti fa schifo, ma forse dovresti chiederti quando una critica serve a qualcosa o a qualcuno e quando no. e non ci odiare! puoi sempre andare a gurdare chi le cose te le spiega per filo e per segno la prossima volta.
    non mi permetterei mai di spiegrati quello che non hai colto (che è proprio il contrario di quello che dici… ironia della sorte…) perchè sono con te quando affermi che io dico un sacco di banalità.
    rischierei di fare una pessima figura; peccato che, proprio in quella intervista, non ne ho detta nessuna!
    mi limito ad invitarti ad un secondo livello di lettura, ad una maggiore riflessione, non solo sullo spettacolo ma anche sulle mie parole. e non dire che non vuoi sprecare altro tempo.
    io credo che se ti fermi dove sei, se leggi solo alcune cose, è perchè non vuoi andare oltre.
    TU SEI LE COSE CHE LEGGI.
    ma questo non è bello, no?
    forza, un piccolo sforzo! vai un pochino oltre e se poi non trovi niente… allora siamo davvero pessimi.
    però tu ci devi provare, visto che sembri avere tanta esperienza teatrale… è tuo dovere!
    affare fatto?
    una fredda stretta di mano
    Gianni

  3. teardrop.smile says:

    Sinceramente non ho visto lo spettacolo. Concordo con Gianni quando dice che le critiche sono ben accette, ma il rancore e la rabbia che si percepiscono nel commento di leo0nardo sono quanto mai dissonanti con il clima del sito. E’ bello che qualcuno abbia il coraggio di dire la sua, ma cercherei piuttosto di capire perchè i Menoventi abbiano scelto di muoversi in questa direzione e cosa secondo loro è in grado di esprimere, al di là della genialità o banalità delle soluzioni trovate. Credo che sia ormai sorpassato il concetto per cui se una cosa non è orginale è brutta. Una cosa può piacere o non piacere, ma credo che l’originalità non sia un criterio esteticamente esaustivo per la “valutazione” di uno spettacolo: la pertinenza, la sintesi e l’intelligenza del messaggio sono altri elementi per cui un lavoro può essere apprezzato. Torno a ripetere che il mio è un commento del tutto astratto dallo spettocolo, ma credo sia importante ricordare che l’arte non è SOLO una ricerca ESTETICA, ma deve essere ANCHE E SOPRATTUTTO qualcosa che aiuti a riflettere. Altrimenti mettiamoci tutti a fare i designers e chiamiamo teatro e arte in altro modo.

    Con questo leo0nardo non voglio difendere i Menoventi, di cui non ho mai visto nulla, solo dire che ogni tanto astrarsi dalla ricerca dell’orignale aiuta molto di più a leggere la realtà in cui viviamo e non la realtà artistica che ci piacerebbe ci circondasse.

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