Abilità e cura del teatro di figura

Recensione a I misteri di Londra. Tragedia per marionette e attori. Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti.

foto di Sante Prevatin
foto di Sante Prevarin

Chi crede che il teatro di figura sia un linguaggio prettamente rivolto ai bambini, può senza dubbio essere smentito dal gremito pubblico di adulti stipato al Teatro Verdi di Milano domenica pomeriggio scorso.

Il Teatro dei Sensibili ripropone I misteri di Londra. Tragedia per marionette e attori di Guido Ceronetti in un nuovo allestimento: da marzo lo spettacolo continua a muoversi in città e festival ed è ora arrivato a Milano in occasione di IF Festival Internazionale di teatro d’immagine e figura. Dal suo debutto nel 1978, come rappresentazione privata nel “teatrino d’appartamento” dello stesso Ceronetti e della moglie Erica Tedeschi, lo spettacolo prende oggi nuova vita e forma, grazie al lavoro della scenografa Laura Rossi (che ha realizzato marionette, scene e costumi) e alla Fondazione del Teatro Stabile di Torino, in collaborazione con ODSs.c., che ha co-prodotto lo spettacolo.

A partire dal brillante testo di Ceronetti, l’occhio registico di Manuela Tamietti compone un quadro organico e fluido che, nonostante l’immancabile e spassosa ironia insita nel carattere della storia, riesce a non far svanire l’atmosfera tetra, a volte macabra e malinconica, della tragedia. Ambientata al termine del XIX secolo, la vicenda si svolge nella cupa Londra vittoriana che in quel periodo è scenario dei cruenti delitti di Jack “the Ripper”. In quest’atmosfera grigia e mortifera appaiono: Frankenstein, Holmes e Watson, Bakunin, Dickens, la Regina Vittoria e Alice di Lewis Carrol perseguitata dai “Taboo vittoriani” (rappresentati da bulbi oculari in catene), Darwin e altri personaggi ancora in un vortice di acute assurdità.

Ad infondere vita a queste “creatureappese a fili” è un abile quartetto: Valeria Sacco, Patrizia Da Rold, Erika Borroz e Luca Mauceri, che, con un curato uso della voce, ricco di musicalità nelle cantilene degli strilloni e nelle canzoni in inglese, creano dei leitmotiv che emanano un’atmosfera londinese cupa e affascinante. I linguaggi fusi nello spettacolo sono molteplici: l’efficace dialogo tra marionette e attori segue alla convivenza di video e teatrino delle marionette al centro delpalco, cartelli e musica dal vivo. La danza tra due mani guantate, elegante e maliziosa, dimostra il potere espressivo di semplicità unita a cura ed abilità.

Visto al Teatro Verdi, Milano.

Agnese Bellato

 

 

 

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