Il Papa ha scritto alle Brigate rosse “Vi prego in ginocchio, liberate Moro”

Scaduto l’ultimatum, il Paese vive adesso il dramma dell’attesa
Il Papa ha scritto alle Brigate rosse “Vi prego in ginocchio, liberate Moro”

“Semplicemente, senza condizioni” – La lettera, scritta a mano, conclude richiamandosi al “sentimento di umanità”: “lo ne aspetto pregando, e pur sempre amandovi, la prova” – L’accorato appello di Paolo VI è stato accolto con commozione alla dc – Alla Caritas Internationalis si attende un “segno” dei terroristi

La Stampa Anno 112 – Numero 88 – Domenica 23 Aprile 1978

«Io scrivo a voi, uomini delle Brigate Rosse, restituite alla libertà, alla sua famiglia, alla vita civile l’on. Aldo Moro. Io non vi conosco, e non ho modo d’avere alcun contatto con voi. Per questo vi scrivo pubblicamente, profittando del margine di tempo che rimane alla scadenza della minaccia di morte, che voi avete annunciata contro di lui, uomo buono ed onesto, che nessuno può incolpare di qualsiasi reato, o accusare di scarso senso sociale e di mancato servizio alla giustizia e alla pacifica convivenza civile.
«Io non ho alcun mandato nei suoi confronti, né sono legato da alcun interesse privato verso di lui. Ma lo amo come membro della grande famiglia umana, come amico di studi, e a titolo del tutto particolare, come fratello di fede e come figlio della Chiesa di Cristo.
«Ed è in questo nome supremo di Cristo che io mi rivolgo a voi, che certamente non lo ignorate, a voi, ignoti e implacabili avversari di questo uomo degno ed innocente, e vi prego in ginocchio, liberate l’on. Aldo Moro, semplicemente, senza condizioni; non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione, ma in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità, e per causa, che io voglio sperare avere forza nella vostra coscienza, di un vero progresso sociale, che non deve essere macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore.
«Già troppe vittime dobbiamo piangere e deprecare per la morte di persone impegnate nel compimento d’un proprio dovere. Tutti noi dobbiamo avere timore dell’odio che degenera in vendetta, o si piega a sentimenti di avvilita disperazione. E tutti dobbiamo temere Iddio, vindice dei morti senza causa e senza colpa.
«Uomini delle Brigate Rosse lasciate a me, interprete di tanti vostri concittadini, la speranza che ancora nei vostri animi alberghi un vittorioso sentimento di umanità. Io ne aspetto pregando, e pur sempre amandovi, la prova».

 

archiviolastampa.it

 

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