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Domande da Crescere nell’assurdo

crescere nell'assurdoSabato 14 maggio ha avuto luogo presso la Sala Tassinari di Bologna Crescere nell’assurdo, un progetto a cura di Altre Velocità.
“Cosa significa essere spettatori oggi? Come l’arte si può legare all’educazione e alla crescita, in un mondo che ci spinge a essere consumatori e allo stesso tempo spettatori?” Queste, e molte altre, sono le domande che hanno innescato una lunga giornata di confronto, a cui hanno partecipato critici, operatori e artisti di teatro, ma anche sociologi, scrittori, intellettuali, docenti e fumettisti.

Diversi gli interventi densi, le riflessioni e le aperture che hanno generato questioni e pause importanti di pensiero; tanti gli spunti che hanno dimostrato come la “crescita nell’assurdo” – mutuata dal classico del pensiero educativo Growing Up Absurd di Paul Goodman – rappresenti un argomento importante e vivo su cui è necessario aprire un dialogo: che sia stimolante e che possa essere coltivato per far sì che la crescita nell’ambito culturale/artistico possa essere una fonte inesauribile di confronto e incontro con l’altro, con ciò che è diverso.

Seguendo il carattere di “evento fluxus” suggerito da Altre Velocità abbiamo deciso di trasmettere la nostra partecipazione a Crescere nell’assurdo tramite alcune domande che ci sono sorte durante il convegno e nei giorni a seguire, scaturite dagli interventi degli esperti che sono intervenuti. Vogliono essere un’ulteriore apertura per coltivare il dialogo che può continuare in diversi modi e forme: nuove domande che nascono dagli interrogativi posti dal progetto, e che – venendo rilanciate – possono forse provocare altri pensieri, far ipotizzare qualche risposta possibile e – perché no – far nascere ancora nuove e diverse domande.

IN UNA SOCIETÁ “ADRENALINICA” COME QUESTA, COME SI PUÓ RISPONDERE ALL’ASSURDO CHE CI CIRCONDA? SE TUTTO PASSA ATTRAVERSO LA SOGGETTIVITÀ, NON SI RISCHIA POI DI PERDERE L’OGGETTO IN SÉ? COME È POSSIBILE LA TRASMISSIONE DI CONOSCENZE SENZA L’INCONTRO CON UN ALTRO CORPO? COSA COMPORTA LA SOVRAPRODUZIONE DI CONTENUTI?
SIAMO ANCORA NEL POSTMODERNO O NE SIAMO FUORI? (E IL MODERNO, DOVE L’ABBIAMO LASCIATO?) NEI PERCORSI EDUCATIVI IN CAMPO ARTISTICO QUANTO IMPORTA LA QUALITÀ DEL PROCESSO E QUANTO LA QUALITÀ DELL’ESITO? L’UNDERGROUND SI TRASFORMERÀ SEMPRE IN MAINSTREAM? L’AVANGUARDIA È DESTINATA A DIVENTARE SISTEMA? LA RICERCA, COMMERCIO? L’ECCESSO DI SPECIALIZZAZIONE CI FA PERDERE DI VISTA LA CRESCITA DI QUELLO CHE NON PUÒ ESSERE ETICHETTATO?
COM’È POSSIBILE CRESCERE SE GLI SPAZI CHE PERMETTONO L’INCONTRO CON L’ALTRO CHIUDONO? L’ESPERIENZA
DELL’ARTE E DEL TEATRO È QUANTIFICABILE?
COM’È CAMBIATO IL RAPPORTO TRA LE GENERAZIONI? DI QUANTE IDENTITÀ SI DEVE DOTARE OGNUNO DI NOI PER CRESCERE NELL’ASSURDO?
LA SOVRAPRODUZIONE DI CONTENUTI HA COMPORTATO UN AUMENTO O UNA DIMINUZIONE DEI FRUITORI? L’ARTE PUÒ ESSERE ANCORA UNA RISPOSTA VALIDA ALL’ASSURDO? CHE RUOLO PUÒ AVERE LA CRITICA IN TUTTO QUESTO? PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL CONSENSO, BISOGNA
PER FORZA STARE FUORI DAL SISTEMA?

Per approfondire l’argomento, conoscere i protagonisti e le tematiche discusse durante il convegno leggi:
Il progetto di Altre Velocità
Crescere nell’assurdo #Bologna: lo storify
Cosa guarda lo spettatore? Una giornata di studio con Altre Velocità di Lucia Medri/Teatro e Critica