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Tutti gli articoli del Tamburo di Kattrin

Making Pinter

In scena al CSS di Udine la prima nazionale di “The Basement” di Harold Pinter. La regia di Rita Maffei propone un testo difficile che trova in teatro un’interessante rivisitazione. Giochi di potere e passioni si consumano davanti alle telecamere svelando un lavoro sulla comicità del making-off in contrasto con la tensione dell’azione drammatica.

Un tubo catodico a ciel sereno

Pensare per immagini ha sempre significato avere visioni interiori in grado di illuminare idee, concetti, emozioni. Ma quale ruolo gli si può riconoscere in un mondo in cui l’immagine diventa elemento grammaticale fondamentale del pensiero? Cosa accade quando, trafitti da fotogrammi e fotografie, l’immagine perde il suo carattere epifanico? “NO-SIGNAL” della compagnia bolognese Teatrino Clandestino, cerca di rispondere a queste domande, costruendo un complesso quadro in grado di analizzare e denunciare le strutture della comunicazione nell’epoca contemporanea.

A lezione di Teatro da Zio Vanja

Approda al Teatro Goldoni di Venezia la tournée italiana di “Zio Vanja” di Checov, per la regia e scenografia di Andrei Končalovsky. Una rilettura attenta che costruisce dei personaggi di incredibile spessore, interpretati da un cast d’eccellenza che inchioda il pubblico tra riso e pianto.

E i Giorni felici si colorano di blu

Dopo “L’ultimo nastro di Krapp”, Bob Wilson regala un altro spettacolo beckettiano al pubblico del Mercadante mettendo in scena “Giorni felici”. Il ruolo di protagonista è affidato alla grande attrice italiana Adriana Asti, in un’incantevole perfomance.

Dante, ma non solo

Il terzo spettacolo proposto quest’anno dalla rassegna teatrale “Arti inferiori”, organizzata da Arteven – l’associazione regionale per la promozione e diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete – porta sul palco del Multisala Pio X di Padova la performance “Dall’Inferno… all’Infinito” di e con Monica Guerritore.

Rosari e trecce d’aglio

“INRI” – Teatrofficina Zerogrammi. All’uscita da teatro afferro l’opinione di uno spettatore: «C’era molto della Bausch nello spettacolo». Colgo questa affermazione innocua per un piccolo commento: a volte, l’insistenza nel voler dare un pedigree nobiliare a tutto ciò che si vede a teatro, pena la qualità della rappresentazione, è esasperante. Si rischia di trasformarsi in giudici di una gara per cani. Se lo spettatore non riesce ad etichettare tutto quello che vede va in tilt, come un commesso quando si accorge che non ci sono i prezzi sugli scaffali della pasta. Forse è un problema del pubblico italiano, con il suo ergersi sulla poltrona dello spettatore come un maestrino che aspetta di dare un voto allo spettacolo. Con la sua smania di costruire alberi teatral-genealogici per concedere il sigillo di legittimità a quello che sta guardando.

Zio Vanja delle umane passioni

Anton Cechov nella vita di Andrei Konchalovsky è una “felice ossessione”. Di formazione e passione cinematografica, il regista moscovita porta per la seconda volta in tournée europea assieme al Teatro Mossovet di Mosca un testo di Cechov: “Zio Vanja”.
Il primo “Zio Vanja”, Konchalovsky lo immortala nella pellicola nel 1970, oggi a 150 anni dalla nascita dell’autore russo, il regista riporta (in Italia in prima mondiale) il capolavoro cechoviano sulla scena.

Errori del passato o del futuro?

Uno spettacolo attento e calibrato quello offerto al pubblico dall’allestimento di “Vita di Galileo” diretto da Antonio Calenda, in cui il ruolo di protagonista è affidato allo straordinario Franco Branciaroli. Su un palcoscenico che rimanda alla densa immensità dell’universo con le sue sfere, risuonano le parole dell’opera brechtiana, a ricordare ancora una volta, quanto passato e futuro si specchino uno nell’altro.

Il MAXXI danza per Sasha Waltz

Una coreografia d’eccezione anima la complessa struttura del MAXXI di Roma: il nuovo museo nazionale delle arti del XXI secolo, progettato dall’archistar Zaha Hadid, ospita la performance della compagnia berlinese Sasha Waltz & Guests. Libero di girare per le immense e vuote sale del museo, il pubblico assiste a uno spettacolo unico dove corpi in movimento ricercano un possibile dialogo con l’architettura.

Energie in equilibrio

Alla compagnia romana Santasangre bastano una performer ed una grande proiezione per affrontare “Sincronie di errori non prevedibili” andato in scena Teatro Fondamenta Nuove di Venezia. Una riflessione sul ‘grado zero’ della comunicazione scenica, fatta di energia pura, che si trasforma e si rigenera ed incuriosisce gli spettatori.