Recensione a La Stanza – Teatrino Giullare

Esistenze umili in una giornata qualunque fatta di solitudine, chiacchiere vane e impercettibili ossessioni, scorrono aldilà della finestra in un crescendo di relazioni che diventano lentamente ma inesorabilmente enigmatiche e sinistre. E più il senso di minaccia cresce, più i personaggi divengono pure sagome: la signora Rose Hudd, inquilina della stanza che teme di perdere, chiude le tende della finestra nel momento in cui l’ordinaria tranquillità viene dapprima incrinata dall’arrivo di una coppia interessata proprio a quella stanza, per poi essere totalmente sconvolta dall’apparizione di un uomo di colore, cieco, che conosce segreti e passato di Rose. La situazione precipita, così, in un finale tragico e fulmineo, che lascia molti interrogativi destinati a restare irrisolti.
Un testo sicuramente ostico, complicato, per una messa in scena rischiosa — perché un’ora di spettacolo tutto nascosto dietro una piccola finestra poteva facilmente divenire noioso — ma che dimostra di saper sfruttare un’idea originale al meglio. Calibrando bene ironia e inquietudine, Teatrino Giullare riesce a mantenere viva l’attenzione del pubblico, riaccendendone contemporaneamente sia l’infantile ricordo del teatro di figura che l’inevitabile e inconscio voyerismo.
Visto a Primavera dei Teatri, Castrovillari
Silvia Gatto