Recensione a La squadra di bowling – di Beppe Casales
L’Operazione – di Rosario Lisma
Tra sfumature di apatia e determinazione, entusiasmo e frustrazione, è un affresco amaro quello che si è osservato nella prima serata del Festival Pre-visioni al Teatro della Tosse di Genova. Con La squadra di bowling di Beppe Casales e L’Operazione di Rosario Lisma viene rappresentata la generazione dei trentenni di oggi, divisa tra la voglia di veder riconosciuto il proprio lavoro, sentirsi appagati e la noia in cui si ricade quando un’occupazione non la si ha.

Ne L’Operazione – spettacolo vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2008 – l’amarezza esistenziale che traspare riguarda lo stesso sistema teatrale, ma getta uno sguardo ancor più ampio sul nostro Paese descritto come «il Paese dei favori, dei ladri, dei truffatori e dei servi» e soprattutto dove non esiste meritocrazia, mentre si potrebbe benissimo parlare di “convenienzocrazia”. Rosario Lisma – drammaturgo, regista e attore della pièce – gioca sul fattore meta-teatrale: all’interno de L’Operazione egli riserva per sé gli stessi ruoli, essendo a capo di una compagnia teatrale impegnata a mettere in scena un testo sul terrorismo dei brigatisti rossi. Affiancato da Andrea Nicolini, Andrea Narsi e Ugo Giacomazzi – e la partecipazione di Lino Spadaro – Lisma punta la luce sulla precarietà dei giovani attori o drammaturghi stessi, senza alcuna tutela e sospesi in una situazione instabile dove oggi si lavora e domani chissà. Tra rassegnazione, depressione ma anche attimi di entusiasmo e di energia, il loro cruccio e obiettivo diventa quello di ottenere una recensione dal «mammasantissima della citazione», il Critico per eccellenza che controlla tutto e grazie al quale si aprono le porte del successo e lavoro assicurato. Una commedia con attori di qualità, uno spettacolo che diverte per la costruzione dei personaggi e per le relazioni che tra loro intercorrono, a tratti comiche o tragicomiche, ma che si dilunga troppo in alcuni meccanismi: si succedono infatti diversi stati emotivi e problemi che in maniera circolare si reiterano per arrivare sempre a denunciare lo stato di malessere diffuso che come una polvere velenosa si propaga nel Belpaese. Polvere che è arrivata ad intaccare anche il sistema artistico-culturale che dovrebbe essere scevro invece di ogni gioco di potere. A essere preso di mira non è solo il critico Mezzasala, spesso nominato e visto come un cinico burattinaio che decide chi muovere e chi lasciare chiuso nel baule in cantina, ma coloro che assoggettandosi a un sistema di convenienze e di falsi sorrisi alimentano lo stesso impianto malato, proprio come fanno gli stessi personaggi de L’Operazione. Ma questa autocritica risulta forse solo una sfumatura di cui ci si dimentica una volta usciti da teatro: a risaltare è quel sistema di cui in fondo non sembra di essere mai complici, ma sempre e solo le vittime.
Visto al Festival Pre-visioni del Teatro della Tosse, Genova
Carlotta Tringali
Questo contenuto è parte del progetto Situazione Critica
in collaborazione con Teatro e Critica
