sincronie di errori non prevedibili

Energie in equilibrio

Recensione a Sincronie di errori non prevedibili Santasangre

foto di Alvise Nicoletti

foto di Alvise Nicoletti

La scommessa è quella di lavorare su un tipo di comunicazione umana alla quale siano stati sottratti gli strumenti più comuni. Quello messo in scena dai Santasangre per Sincronie di errori non prevedibili è un corpo senza parola e senza volto: sono le vibrazioni, le tensioni muscolari della performer (una bravissima Roberta Zanardo) a ‘parlare’, messe a nudo grazie anche all’efficace costume di Maria Carmela Milano. Una costante ricerca di un equilibro, un’armonia, un dialogo con le immagini proiettate ( elaborate da Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci) ed i suoni (composti da Dario Salvagnini).
Anche al video sono stati sottratti i suoi elementi più direttamente comunicativi: non immagini riconoscibili, ma luci, flash, ombre che costruiscono uno spazio straniante, surreale,  dalle prospettive inusuali; un mondo in cui il corpo col capo chino è libero di abitare svincolato da convenzioni. Grazie anche ad un potente lavoro audio, i Santasangre riescono a costruire una performance sempre in bilico tra il caos e l’armonia: un mondo psichedelico, elettronico, a tratti meccanico, ma che non risulta mai asettico perché la ricerca di armonia avviene tramite tentativi ed errori. È un metodo quasi scientifico, e sicuramente empirico, quello applicato dalla giovane ma già affermata compagnia; e, infatti, la vera protagonista dello spettacolo sembra essere l’energia – del corpo umano, della luce, del suono -.

foto di Alvise Nicoletti
foto di Alvise Nicoletti

Il primo principio della termodinamica afferma: l’energia non si crea, non si distrugge ma può solo passare da una forma all’altra (principio della conservazione dell’energia). Nello spettacolo è esattamente ciò che avviene: lo spettatore fa esperienza di un continuo scambio di energie e pulsioni tra il corpo, il video e l’audio. Ad un primo ‘dialogo’ tra i tre elementi – come in uno studio reciproco, nella ricerca di potenzialità e misurazione dell’energia prodotta – segue una seconda parte più frenetica ma non caotica, in cui l’equilibrio è stato raggiunto. A separare le due fasi, un brevissimo momento in cui la luce bianca del video si smorza per lasciare spazio ad una più calda, che va a illuminare il volto della performer, rivelato solo per un istante. Una piccola parentesi in cui il ‘terzo elemento’ non è più il video ma diviene il pubblico, ma l’attimo è talmente fuggente da lasciare gli spettatori insoddisfatti: troppo breve per potersi sentire davvero parte di quel mondo energetico che  hanno visto crearsi davanti a loro.

foto di Alvise Nicoletti

foto di Alvise Nicoletti

Il dibattito con il pubblico, che segue lo spettacolo, mette in luce questa sensazione, un senso di estromissione dall’azione scenica – come se l’energia  si scontrasse con la quiete della platea, innalzando una ‘quarta parete’ ancora più sentita. Ma molti altri sono stati gli spunti di riflessione nati da questo momento di confronto – importante, chiarificatore, di cui bisogna riconoscere il merito al Teatro Fondamenta Nuove, ovvero al suo direttore Enrico Bettinello e a Carlo Mangolini, consulente artistico e, per l’occasione, mediatore del dibattito.
Un linguaggio scenico criptico, fatto di sensazione più che di comprensione, spogliato di tutti gli aspetti più ‘teatrali’, fa nascere nel pubblico dubbi, perplessità, ma sopratutto una curiosità che si nutre di domande ed accende una proficua discussione e dimostra – anche in questo caso empiricamente – che il lavoro dei Santasangre non può lasciare indifferenti.

Visto al Teatro Fondamenta Nuove, Venezia

Silvia Gatto