Spiderman e Superman sono, nell’immaginario collettivo, tra i più celebri supereroi dei fumetti e dei cartoni animati. Una volta regnavano incontrastati: chi da bambino non impazziva nel seguire le loro imprese e chi non cercava, almeno nel beato e divertente mondo ludico, di imitare il comportamento dell’uomo coraggioso che salvava i buoni in difficoltà?
Negli ultimi dieci anni il panorama fumettistico, ma anche il mondo dell’animazione, ha subito un profondo cambiamento: gli eroi americani sembrano appartenere a una generazione ormai cresciuta, che ricorda con entusiasmo, e delle volte anche goliardia, gli uomini dotati di superpoteri; oggi i giovanissimi guardano maggiormente ad altri stili comportamentali, atteggiamenti che appartengono al mondo fantasioso e giapponese dei manga. Questo genere di cartoon venuto dall’Oriente, caratterizzato da personaggi goffi e impacciati, o sensuali e sadici, ha di fatto sostituito il modello del supereroe dotato di muscolatura e lineamenti fisici ben definiti. Piccole e buffe “creature” senza una forma ben definita che suscitano tenerezza e strappano sorrisi o bamboline piene di carica erotica – piccole Lolite dalla falsa innocenza – hanno preso il loro posto e si ritrovano ormai diffusi in tutte le salse: non solo nei fumetti o nei cartoni animati, ma anche disegnati sugli oggetti del nostro quotidiano, una sorta di simpatici scarabocchi sostitutivi a un’immagine realistica. E c’è di più: lo spazio utilizzato per esprimere le proprie emozioni tende a scomparire. Non rimane altro che assumere quei caratteri nipponici stilizzati che sono diventati simboli esemplificativi per la comunicazione, addirittura a livello internazionale. Una sorta di lingua comune per esprimere il proprio stato emotivo. E allora nei messaggi – dalle e-mail agli sms – bastano delle semplici linee sbarrate che sostituiscono gli occhi e una D maiuscola al posto della bocca per indicare una felicità esagerata, o due punti e una barra obliqua per veicolare un disappunto, o due linee e un trattino basso per comunicare la propria desolazione o stanchezza. Ecco fatto un personaggio nipponico.
Questo immaginario si è introdotto piano piano anche nel mondo del teatro-danza e lo si può ritrovare nel lavoro di CollettivO CineticO. Pur rimanendo una pièce molto concettuale e piena di rimandi altri (a partire dalle eterotopie foucaultiane fino alla riflessione sullo scorrere del tempo – da indagare magari in altra sede), XD ½ si serve di tutta una serie di atteggiamenti e scritture che appartengono alla tradizione manga. Già dal titolo si entra subito in un’ambientazione dove i bravissimi danz-attori – Andrea Amaducci, Jacopo Jenna, Angelo Pedroni e Francesca Pennini – richiamano i personaggi ironici del mondo del fumetto giapponese. Tra loro ci sono anche Spiderman e Superman, ma non ne rimangono che degli stanchi frammenti, appena una maschera o un simbolo di rimando sugli slip: i beniamini di una generazione passata non sembrano reggere il confronto con queste nuove “creaturine” goffe, ma che emulano a volte i vecchi supereroi, concedendosi però il lusso di non essere perfetti e di vivere anche fuori dagli spazi a loro riservati. CollettivO CineticO, guidato da Francesca Pennini, crea brevi immagini che sembrano scollate tra loro, ma che in realtà girano intorno a questo mondo stilizzato: i baloon – mostrati a volte accanto al corpo della danzatrice in scena – con segni come asterisco e cancelletto sostituiscono le parole; divaricatori dentali servono per restituire un sorriso forzato, tipica iperbole da cartoon; una X orizzontale posta sopra delle fasce da porre sugli occhi annulla tutto quanto può esserci di fisico e di reale nel volto.
Chissà se saranno proprio i manga a mandare definitivamente in pensione quei supereroi sempre pronti a correre nel momento del bisogno? Ma poi chi ci salverà?
Carlotta Tringali