spettacolo nina premio scenario

La finale del Premio SCENARIO infanzia 2012: intervista a Roberta Maraini

Roberta Maraini (Torino)
Niña

di e con Roberta Maraini

Fascia d’età: 14 – 18 anni

Niña di Roberta Maraini

Cosa caratterizza le diverse fasi del processo creativo in un lavoro teatrale rivolto all’infanzia?
Ecco ciò che ha caratterizzato le fasi del mio processo creativo.
Primo: afferrare l’idea. Avevo sul fondo un sentimento, un’immagine che continuava ad agitarsi… Un mondo in cui gli individui in base a una rigida classificazione esterna – come ti vesti? Come parli? Come e quando esprimi le tue emozioni? – vengono infilati in una di queste due categorie: o nel giro giusto o in quello degli sfigati. Un mondo piramidale, come nell’ancien régime, come nelle dittature populiste.
Secondo: tradurre in parole, voci, scene e azioni le immagini che di volta in volta mi si presentavano. Sperimentare con il suono e con gli oggetti, dar forma concreta alla narrazione che via via si stava sviluppando: trovare delle azioni e dei gesti che fossero chiari ed esemplificativi. Badare al ritmo della scena e stare attenta alla scelta delle parole.
Terzo: continuare a farmi contaminare. Sia rammentandomi dell’adolescente che fui, andando a rovistare tra foto, quaderni, memorie, musiche e umori di qualche anno fa (il mio testo, Niña, parla di ragazzi che frequentano un Istituto Superiore), sia tenendo le orecchie dritte, parlando e girando per strada, sui tram, nei negozi per captare parole, suoni, abbigliamenti, idee.

Come racconteresti la storia a un bambino dell’età alla quale ti stai rivolgendo con il tuo progetto?
Il lavoro che presento è rivolto a ragazzi fra i 14 e i 18 anni di età. Niña, ragazzina di quelle del giro giusto della scuola, un giorno apre gli occhi sul tasso di sfiga che anche lei si porta dietro e il suo sguardo sulle persone, gli oggetti, i sentimenti, le relazioni, cambia. Negli anni della propria formazione è possibile incappare in sistemi educativi che incentivano il disprezzo, il classismo e mortificano l’individuo. Questi sistemi educativi fanno perdere tempo: ritardano la crescita dell’essere umano ed è giusto spazzarli via.

Come si è sviluppato il lavoro rapportandosi alle diverse fasi che caratterizzano il Premio Scenario?
Per la presentazione dei primi 5 minuti ho puntato a presentare il succo della mia idea e della mia intuizione circa la messinscena. Da un lato dovevo esplicitare all’interno di un contesto scolastico la faccenda del “o sei del giro giusto o sei uno sfigato” e dall’altro avevo bisogno di un’azione semplice e simbolica che rendesse chiaro il grado di violenza con cui i giudizi stereotipati si possono abbattere sulle persone.
Per la seconda tappa, quella dei 20 minuti, ho sviluppato gli elementi contenuti nei primi 5. Sono emerse le voci di alcuni personaggi (il Prof, la Ninfetta, Cugino-it) e si è delineato un evento ben preciso: una gara musicale all’interno dell’Istituto in cui Niña, che è la protagonista, siede in giuria ed emette commenti al fiele sulle esibizioni dei suoi compagni. Per quel che riguarda la messinscena ho approfondito l’uso dell’immagine (mediante l’abbigliamento e alcuni oggetti simbolici) e quello del suono (ora come cerniera temporale tra una scena e l’altra, ora per esprimere il punto di vista dei personaggi, ora nella forma della musica). Circa le azioni ho lavorato in modo che avessero una propulsione narrativa propria rispetto a quella delle parole.
Per prepararmi all’ultima tappa ho deciso di confrontarmi sul tema che il mio testo tocca – giudicare le persone in base a stereotipi, far parte del “giro giusto” o “essere uno sfigato” – con alcuni ragazzi di un Istituto Superiore della mia città. Con loro ho dialogato e ho iniziato a costruire un blog (fuoridalgirogiusto).
Per quel che riguarda il testo porterò a compimento l’intero arco di trasformazione del personaggio protagonista e i tre tempi che andranno a comporre la storia. Per quel riguarda la messinscena… vedrete il 23 novembre!

Roberta Maraini
Nasco il 29/11/1978, a Torino. A sedici anni mi avvicino al mondo del teatro. A 21 anni divento mamma di Rebecca (che oggi è un’adolescente in piena regola…). Continuo costantemente a formarmi come attrice, e a ricercare un mio linguaggio teatrale.

Dal 1996 al 1999 ho frequentato il corso di recitazione della scuola Tangram Teatro di Torino. Ho frequentato per sette anni il corso di danza classica presso la scuola di Dragiga Zach. Ho continuato a formarmi con l’attore e regista Marco Alotto e attualmente sono allieva di Michael Margotta, membro a vita dell’Actor Studio di New York, metodo Stanislavskij-Strasberg. Dal 2008 porto avanti il progetto Memobus, in collaborazione con l’associazione Terra del Fuoco, uno spettacolo itinerante nei luoghi della memoria della città di Torino, rivolto principalmente alle scuole (elementari, medie, superiori), ma non solo.
Nel 2012 ho partecipato allo spettacolo teatrale La carogna da dentro a me, in collaborazione con l’associazione Sudatestorie Teatro Ricerca, ispirato all’omonimo libro di Claudio Sarzotti, rappresentato in occasione del convegno La tortura non è reato? di Asti, durante l’Assemblea Nazionale dell’Associazione Antigone.
Con il collettivo Mo.LEM di Torino, ho recitato nello spettacolo Tricher 3_Non dire falsa testimonianza e parteciperò nel 2013 al Fringe Festival di Napoli.
Nel 2011 ho partecipato allo spettacolo Il ritorno del Lupo, regia di Marco Alotto in collaborazione con Legambiente. È stato rappresentato in vari parchi naturali, tra cui il Centro Faunistico “Uomini e lupi” in occasione della consegna della Bandiera Verde da parte di Legambiente.
Nel 2010 ho partecipato allo spettacolo Arlecchino e il colore dei Quark scritto dal fisico Marco Monteno, regia di Marco Alotto. Ha debuttato a Torino, alla Cavallerizza Reale, in occasione dell’Esof 2010, l’Euroscience Open Forum. Ha replicato in vari licei scientifici di Torino.
Tra il 2005 e il 2010 ho recitato in vari spettacoli: Lamore verrà dopo; Il Mystère de Maurice et Costance; Fuoco Eterno e fumi permanenti; La città dalle cento fontane, rappresentato a Cracovia in occasione della Giornata della Memoria 2007; Onora il padre, la madre e la maestra, La guerra è altrove.

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