Iurilli incontra Bontempelli a Castel dei Mondi

Recensione a (a partire da) Minnie – di  Angela Iurilli

Al Festival Castel dei Mondi non sempre gli spettacoli vengono replicati, ma sempre si sovrappongono creando un puzzle di incastri per il quale pubblico, operatori e critici debbono freneticamente tuffarsi tra i vicoli andriesi per passare da una platea all’altra cercando di non perdere l’incipit di quello o il finale di quell’altro. In questo fitto programma bisogna saper scegliere, puntare sui cavalli giusti. Così nel mio terzo giorno di permanenza ad Andria, perseguendo con ostinazione la strada della curiosità per le esperienze locali – bisogna dirlo, non sempre felicissime – dopo improbabili Erodiadi di teatro-danza, Medee alla ricerca dell’agognato realismo contemporaneo e Libri Cuore dal sapore laboratoriale e giovanilistico, ecco un Bontempelli a cogliere il mio sguardo tra le pagine del programma.

L’ideatrice del lavoro è Angela Iurilli, artista due volte premio Scenario (1993-2005) che rivendica una formazione non accademica ma completata all’insegna della ricerca delle collaborazioni più stimolanti. Il suo curriculum, che dal teatro passa agilmente alla danza contemporanea, somiglia di più alla biografia di un animo cercatore, nomade, che negli anni si è lasciato ispirare da grandi maestri ma anche da incontri quasi fortuiti. Il risultato è l’eclettico percorso di una performer/autrice. La produzione è OrecchiAbili e Kismet Opera con il sostegno proprio di Castel dei Mondi, il testo da cui “partire” è Minnie la Candida di Massimo Bontempelli, scritto nel 1927.

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in collaborazione con Teatro e Critica

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