Contrappunti a Padova – autunno 2012

«Contrappunti, nella sua sezione autunnale, non si realizza quest’anno al Teatro delle Maddalene. E’ la prima volta dal 1995. Cause di forza maggiore hanno infatti imposto a Tam di scegliere tra due prospettive: non fare o fare altrove. Consci di ciò che significhi, per artisti e spettatori, rinunciare (si spera, temporaneamente) a quel formidabile punto di riferimento che è il Teatro delle Maddalene, abbiamo progettato Contrappunti senza fissa dimora, chiedendo ospitalità in luoghi diversi della città.

Ci auguriamo che questa decisione crei sorprese positive e ci conduca a condividere esperienze inedite capaci di rendere Contrappunti non solo il momento d’incontro di una comunità con l’arte performativa, ma anche l’occasione per riflettere.
Riflettere su cosa significhi la chiusura di uno spazio nel quale incontrarsi, nel quale riconoscersi. Riflettere sulla mancanza. E sulla bellezza di abitare un luogo da cui prendono vita pensieri e azioni.
Il nomadismo è un atteggiamento nobile. Quando è una scelta.
Ma in questo presente, già così avaro di punti di riferimento, senza una dimora che ci dia radici non corriamo il rischio di perdere del tutto l’orientamento?
E se invece fosse che, guardando altrove, si riesca a intravedere un diverso orizzonte? Ignoto fino a quel momento, sì, ma non inerte. Si paleserebbero forse nuove direzioni? Nuovi impulsi?
Domande aperte. In movimento. Seguiteci e, buon viaggio a tutti!»

Tam

La rassegna è ideata da TAM Teatromusica e promossa insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, Arteven-Regione del Veneto, con il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali e in collaborazione con il Consiglio di quartiere 4 e 5 del Comune di Padova e la Fondazione Hollman.

PROGRAMMA AUTUNNO 2012

dal 22 al 25 novembre, Fornace Carotta
Progetto Cecità – condiVisioni
in collaborazione con Fondazione Hollman e C. di Q. 5 Sud Ovest Comune di Padova
un ringraziamento a Punto Giovani Toselli – Ufficio Progetto Giovani

Il progetto artistico si articola in:
LABORATORIO “Cecità” a cura di Corrado Calda
ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA Un incontro di sguardi: tra visione ed ipovisione attraverso la fotografia a cura di Silvia Tiso (scarica la presentazione)

La mostra Un incontro di sguardi: tra visione ed ipovisione attraverso la fotografia è il risultato di un progetto fotografico sperimentale che vede protagonista una ragazza gravemente ipovedente: vinta l’apparente inconciliabilità tra il mezzo espressivo e la necessità di uno “sguardo”, l’obiettivo raggiunto è creare un ponte tra due diversi modi di percepire e sentire la realtà attraverso la comunicazione visiva. E dedicato al tema della cecità, non solo fisica ma anche emotiva e relazionale, così spesso presente nella società di oggi, è anche il seminario teatrale “Cecità”, ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore portoghese José Saramago. Il laboratorio ricostruirà una “microsocietà cieca” per indurre i partecipanti, muniti di benda agli occhi, a una profonda esperienza sensoriale in cui “ascolteranno” il buio e saranno chiamati a interagire tra loro.

lunedì 10 e martedì 11 dicembre ore 21:00 Fronte del Porto, Padova
Tam Teatromusica / Teatro Carcere TUTTO QUELLO CHE RIMANE
ideazione e direzione Michele Sambin
con Pierangela Allegro, Loris Contarini, Claudia Fabris, Alessandro Martinello, Michele Sambin
testi tratti da Tutto quello che rimane, Pierangela Allegro, ed. Eldonejo, 1995
in video i detenuti-attori del progetto Tam Teatrocarcere 1992/2012

a Claudio Meldolesi

Tutto quello che rimane è un’opera performativa dove la memoria agisce come drammaturgo e la composizione si rivela come unica forma possibile per raccontare.
La prima mossa è stata riattraversare gli spettacoli creati con i detenuti-attori. Trarne gesti e parole, immagini video e suoni per poi ricomporre i materiali scelti senza seguire una cronologia, ma lavorando su assonanze, accostamenti, sovrapposizioni, motivi ricorrenti.
Affidandoci a questa attenta ricomposizione, abbiamo sperimentato la possibilità di mettere in scena un intenso percorso di arte e vita durato 20 anni, nel tentativo, ci auguriamo riuscito, di storicizzarlo restituendolo in forma d’arte poetica.
In scena cinque performer-testimoni dialogano con le immagini video. Fanno risuonare parole. Compiono azioni lievi. Ascoltano e osservano così come sono chiamati a fare gli spettatori in sala.
Creare Tutto quello che rimane è stata una gioia.

Nelle parole che seguono, di P.P.Pasolini, c’è qualcosa che ha a che fare con l’idea che ci ha guidato in questo lavoro.
Facciamo nostre le sue parole con l’avvertenza di due sostituzioni: libro con spettacolo e lettore con spettatore.
La ricostruzione di questo spettacolo è affidata allo spettatore. È lui che deve ricongiungere passi lontani che però si integrano. È lui che deve organizzare i momenti contraddittori ricercandone la sostanziale unitarietà. È lui che deve eliminare le eventuali incoerenze (ossia ricerche o ipotesi abbandonate). È lui che deve sostituire ripetizioni con le eventuali varianti (o altrimenti eccepire le ripetizioni come appassionate anàfore).
P.P.Pasolini, nota introduttiva a Scritti Corsari, ed Garzanti, 1995

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