
Lavia è direttore del Teatro di Roma, probabile co-assegnatario di un Valle 2011-12 senza portafoglio. Lavia è un regista e attore che ha fatto la storia del teatro italiano, artista che forse non piace a molti (gli stessi molti però che ha fatto lavorare), uno che per fare il direttore di uno Stabile avremmo preferito – e lo chiediamo ancora – si dimettesse da artista, per il tempo di gestione, ma Lavia è persona per quel che so stimabile, ed è regista che proprio ieri debuttava al Teatro alla Scala di Milano per una commissione di due anni prima, cioè quando la direzione in questione non era neanche nei pensieri più nascosti, artista quindi che – per declinare la commissione – avrebbe dovuto pagare una penale che il Valle allora se lo comprava lui. Nel suo articolo Graziani riferisce di una contestazione preventiva, non basata sui progetti attorno al teatro (che egli nemmeno conosce, in quanto subordinato a informazioni che non può ancora avere e in via di definizione), ma sulla sola presenza, ossia il negativo degli stessi Evviva! lanciati dalla platea, non senza ingenuità, ad ogni afflato di partecipazione retorica e saluti istituzionali di resistenza all’affossamento della cultura (mi domandavo, in questi giorni, se avessi davvero fatto cronaca spiccia, dando conto di ogni parlante patrizio o plebeo, avrei registrato in alta percentuale per ognuno lo stesso intervento).
Continua a leggere su Teatro e Critica
Questo contenuto è parte del progetto Situazione Critica
in collaborazione con Teatro e Critica

