La nostra Rassegna stampa si specializza, focalizzandosi su un evento specifico, un premio, un tema legato a quello del trimestrale. Progetti in Festival è un cammino nella storia di un fatto teatrale che, esistendo, ha creato una continuità in spazi e tempi diversi anche attraverso il racconto di coloro che hanno vissuto e raccontato l’esperienza. Disegni nitidi, a volte indipendenti, questi “zoom” determinano una successione di visioni e la costruzione di nuove narrazioni.
Senza alcun intento di esaustività sui singoli lavori, apriamo a dei rilanci verso quella mappa di incontri e collaborazioni delineata dall’esperienza, di volta in volta, oggetto di approfondimento.
Progetti in Festival è interstizio, tempo di scelte singolari che divengono, ben presto, condivise; è uno sguardo altro, un viaggio possibile grazie agli scritti di teorici e critici, pubblicati sul web.
Il secondo speciale ripercorre il triennio di Live Works, un progetto ideato nel 2013 da Centrale Fies in collaborazione con Viafarini e curato da Barbara Boninsegna, Simone Frangi, Daniel Blanga-Gubbay, Denis Isaia.
Live Works è un premio dedicato alla performance — il cui esito, nel corso del triennio, è stato presentato in occasione del Festival Drodesera —, ma «è anche un ciclo di residenze (…), che si svolgono fra teoria, pratiche, confronto e condivisione. E poi è un progetto di ricerca ma anche di formazione, con The Free School of Performance. Alla fine, appare nel complesso anche come un carotaggio composito e condiviso nel campo della progettualità intorno al linguaggio performativo diretto insieme da due dei più importanti centri italiani per la creazione artistica.» (Roberta Ferraresi, Live Works_Performance Act Award vol. 3, Il tamburo di Kattrin, 3 settembre 2015)
Gli estratti di rassegna stampa online, selezionati e presentati di seguito, sono intesi come finestre di approfondimento sul tema, che lasciano tuttavia al lettore la possibilità di completarne l’incursione.
LIVE WORKS
Performance Act Award_Vol. 1 | 2 |3
Centrale Fies “edificio” ha un potere indiscutibile su chi lavora qui e sulle pratiche che sperimentiamo. Come se la struttura architettonica sommata alla natura selvatica dei dintorni avessero plasmato un ordine delle cose e degli avvenimenti. Questa natura ibrida è l’essenza di questo luogo, e si declina in ogni cosa. Virginia Sommadossi: Drodesera_35 Motherlode, il reale come linfa vitale per l’arte |
2013 | |
I finalisti: Franco Ariaudo, Emanuele De Donno e Luca Pucci, Francesca Banchelli, Valentina Curandi e Nathaniel Katz, Giovanni Morbin, Serena Osti, Jeanne Moynot e Anne Sophie Turion, Sabina Grasso |
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Durante i miei due giorni di residenza, ho parlato con i curatori e gli artisti, inseguendoli, fotografandoli e chiedendo loro di raccontarmi i loro lavori. (Valeria Marchi) […] Pucci, Ariaudo e De Donno svelano un progetto dai confini artistici incerti in cui si assiste a una ri-edizione dello storico game-show Giochi senza frontiere, con il Comitato Organizzatore dei Giochi d’Estate della Val di Sole. Gli artisti mi spiegano che lavorare al progetto significa accettare che il lavoro “non abbia una quota estetica rilevante” e che possa prendere pieghe inaspettate e non controllabili, a metà tra improvvisazione e mediazione. Il reportage da Centrale Fies per LiveWorks in Residency part 1 di Valeria Marchi |
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[…] A Dro gli artisti (Valentina Curandi e Nathaniel Katz, ndr) hanno lavato nel fiume Sarca una raccolta di libri “infami”: si tratta di testi scritti da personalità che nel tempo si sono rivelate come ambigue, discutibili o equivoche. Cosa accade alle parole e alle teorie infami, una volta smaciullate e re-impastate? Il 30 luglio, i fogli saranno usati come mezzi per mostrare i meccanismi che sottendono i concetti di lavoro-prestazione-contratto. Il reportage da Centrale Fies per LiveWorks in Residency part 2 di Valeria Marchi |
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Giovanni Morbin/Blu Oltremare_Superficie marina. Onda morbida. Teste che scivolano a pelo d’acqua. Corpi nascosti, mani che ciondolano, gambe che nuotano. Avanti, indietro, destra, sinistra: movimento lento, voce leggera a scandirlo. Forgia, ambiente chiuso, costrizione. Umanità che scorre, clandestina, fluisce, silenziosa, scivola, anonima. Menzione speciale.
LIVE WORKS – Centrale Fies + Viafarini DOCVA |
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[…] Il nostro punto di partenza è stato l’edificio di Centrale Fies in se stesso. La centrale ci è apparsa come un luogo dal potenziale cinematografico che abbiamo deciso di esplorare, col rischio di rimodellarlo secondo i nostri fantasmi personali. Abbiamo immaginato molte cose sul luogo e, durante la residenza, abbiamo lavorato su questo confine, tra le nostre passate proiezioni e i nostri stati d’animo in situ. Paura e delirio a Centrale Fies/Frightenight di Valeria Marchi |
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L’unicità della prima edizione di Live Works consisteva nell’attenzione a ricerche artistiche “dal vivo” afferenti alle arti visive, alle quali è stato proposto di concretizzarsi in un territorio che ha incrociato il desiderio dei linguaggi contemporanei di muoversi verso le pratiche live e le strategie della produzione teatrale di ricerca. L’intento era quello di agire dal basso, confrontando prassi produttive considerate tradizionalmente agli antipodi, ovvero quelle proprie alla performance art e quelle della performing arts […]. LIVE WORKS: Performance art o performing arts? |
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per approfondire |
2014 | |
I finalisti: Julie Bena (FR), Feiko Beckers (NL), David Benstein (USA/NL), Cian Donnelly (IE), Riccardo Giacconi (IT), Corinne Mazzoli (IT), Jacopo Miliani (IT), Curt Steckel (USA), Dennis Vanderbroeck (NL) |
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L’anno scorso eravamo interessati alle pratiche live contemporanee e alla loro evoluzione; ma quest’anno la pratica performativa diventa riflessione sulla performance stessa alla luce della relazione che c’è tra di essa e il reale. ‘Live’, quindi, significa, in questo caso, sia ‘dal vivo’, sia in relazione stretta col mondo reale, la vita”. (Simone Frangi) Viafarini DOCVA + Centrale Fies. Live Works Performance Act Award Vol.2 di Marco Arrigoni |
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Live Works here again. Some questions and answers from the 9 finalists of the award of performance Live Works PERFORMANCE ACT AWARD Vol. 2. The artists will be in residency from 1st to 10th of July at Centrale Fies in Dro (Trento) for producing their works. Waiting for LIVE WORKS PERFORMANCE ACT AWARD VOL. 2 a cura di Valeria Marchi |
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[…] Vanderbroeck considera lo spettatore il punto di partenza e insieme il punto d’arrivo di tutte le sue performance: “credo spesso che il mio lavoro non esista fino al momento in cui non viene osservato”. SKILLBUILDING ci chiama dunque tutti a raccolta per osservare, lasciando che l’arte si riveli e lo spirito si vesta di una nuova sostanza vitale. Drodesera 2014 – SKILLBUILDING: skill 4 – “fashion design” di Guido Musante |
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L’opera vincitrice del premio, Il Nonnulla di Riccardo Giacconi ruota, invece, attorno a un testo e alla sua carica mnemonica, non solo per il contenuto quanto per la modalità di trasmissione. […] Davanti agli spettatori quelle parole sono nuovamente tradotte due volte, lentamente e dal vivo: ritornano in tedesco tramite la scrittura e riecheggiano in italiano grazie alla successiva lettura. L’eco di quell’esperienza diviene quindi lingua viva, scolpita nel silenzio dei nostri pensieri. LIVE WORKS Vol.2 – Performance Act Award di Manuela Pacella |
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We have never been here before […] solleva delle questioni basilari per chiunque pensi al teatro come uno strumento di resistenza e di lotta civile. John Jordan ripercorre sul palco l’autobiografia del LABOFII e i suoi principali esperimenti politico-performativi, ad esempio il tentativo di ostacolare il G8 scozzese del 2005 allestendo un esercito di clown che avrebbe dovuto bloccare ogni via di accesso al luogo del raduno, per domandare direttamente allo spettatore: quanto è efficace l’arte in termini politici? Con Il nonnulla di Giacconi, risultato vincitore durante il festival Skillbuilding del “Premio Live Works”, si entra in un’altra atmosfera. […] L’effetto che ne deriva è la rappresentazione della guerra come un’attività umana anti-eroica e di un mondo ormai vecchio, sterile, grondante di sangue. Drodesera Festival. Cronache da Centrale Fies. Di guerra di Enrico Piergiacomi |
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La scelta di Jordan e Frémeaux di intrecciare la performance e il workshop corrisponde alla filosofia di fondo che orienta tutto il loro agire, in cui la performance act si alimenta reciprocamente con l’attivismo politico. […] We Have Never Been Here Before ci coinvolge in un viaggio di responsabilizzazione in un momento in cui la speranza appare un concetto fortemente scivoloso, inducendoci in ultimo a porci una domanda radicale: abbiamo il coraggio di prendere la vita così tanto seriamente da essere disposti a perdere tutto, pur di proteggerla? Drodesera 2014 – SKILLBUILDING: skill 3 – “attivismo politico” di Guido Musante |
2015 | |
I finalisti: Robert Lisek (Poland), Simon Asencio (France), Vanja Smiljanic (Serbia), Roberto Fassone (Italy), Diego Tonus (Italy), Justin Randolph Thompson (Usa), Styrmir Örn Guðmudsson (Iceland), Jazra Khaleed + Timos Alexandropoulos + Antonis Kalagkatis (Chechnya/Greece), Stefano Faoro + Gregory Dapra (Italy/Belgium) |
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Il fulcro di questo progetto non è mai stato, quindi, una ricerca di trasversalità e multidisciplinarità di cui riconosciamo l’anacronismo: nessuno di noi curatori crede in una specificità della performance o in una sua appartenenza disciplinare. L’intento era piuttosto di agire dal basso, confrontando prassi produttive e di ricerca considerate tradizionalmente agli antipodi, quelle proprie alla performance art e quelle proprie alle performing arts, e utilizzare questa presa di posizione per muoversi criticamente nella storia e nell’attualità del mezzo-performance […]. Una conversazione con Simone Frangi su Live Works a cura di Sabrina Ciofi |
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I 3 giorni di Live Works a Centrale Fies […] diventano un’occasione per dare un’occhiata ai territori della performance art emergente. Certo, non per rendere una cartografia esaustiva e completa delle tendenze e tensioni che agitano quegli orizzonti, ma per individuare qualche punto di un certo interesse e per intercettare alcune riflessioni che da qui si possono innescare. Fra questi, un livello particolarmente ricorrente, sviluppato in diverse direzioni e modi, è quello della parola, del testo, del racconto. Live Works_Performance Act Award vol. 3 di Roberta Ferraresi |
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Nei bellissimi spazi della Centrale abbiamo assistito a due intense giornate di lavori eterogenei che testimoniano di quel respiro volutamente internazionale che contraddistingue la linea del festival […]. Drodesera 2015. Una vena madre per estrarre arte di Marco Menini |
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Il primo speciale Progetti in Festival_VITA NOVA