B.Motion Danza 2011

Choreoroamer #1: Marco D’Agostin

Siete curiosi di conoscere meglio i segni particolari dei nove coreografi partecipanti a Choreoroam Europe 2011? Li abbiamo incontrati e “schedati”… Ecco le risposte di Marco D’Agostin

 

Nome: Marco D’Agostin

Data di nascita: 28.01.1987

Luogo di nascita: Valdobbiadene (TV), Italia

Centro con cui partecipa a Choreoroam: Operaestate (IT)

 

 

 

1) Marco D’Agostin in tre parole
Radici, racconto e domani

2) Definisci in una frase la tua ricerca coreografica
Mantenendo fede a un linguaggio esclusivamente fisico e corporeo, la ricerca è il tentativo di trovare dei nuovi modi di raccontare nuove storie

3) Lo spettacolo che ti ha cambiato la vita
Singular sensation di Yasmeen Godder

4) Se la tua vita fosse uno spettacolo, chi sarebbe il coreografo?
Ann Van den Broek

5) E se ti chiedessi di scegliere il coreografo tra uno dei Choreoroamers?
Pablo Esbert Lilienfeld

6) L’aspetto che preferisci di Choreoroam
Il grande valore che assume la convivialità

7) L’aspetto più difficile di Choreoroam
Il confronto con l’Altro

8) Un ricordo che porterai con te di Choreoroam – Bassano del Grappa
Forse la prima sera quando abbiamo iniziato a lavorare con Alessandro Sciarroni che proponeva solo ai maschi una ricerca che partiva dalle idee delle danze folk tirolesi; io solitamente ho molte difficoltà a relazionarmi con gli uomini nel lavoro e invece quella sera si è scatenata una sinergia incredibile fra di noi, in un modo molto giocoso… E quella sera lì credo me la ricorderò per tanto tempo.

Elena Conti / Carlotta Tringali

B.Class con Freddie Opoku Addaie

Abbiamo curiosato tra i workshop di danza B.Class, tenuti ogni mattina a Bassano del Grappa dalle 10 alle 12 da differenti coreografi di fama internazionale. Il giorno 24 agosto la lezione è stata tenuta dal ghanese Freddie Opoku Addaie: ecco foto e impressioni dei partecipanti.

BIOGRAFIA di Freddie Opoku Addaie

Nato nell’Est di Londra e cresciuto in Ghana, è coreografo, performer, insegnante di danza. Ha lavorato con Wayne McGregor/ Random Dance, Saburo Teshigawara/ Karas, Elsa Wooliaston/ Almeida Theatre e altre realtà internazionali. È anche attivo in ambito commerciale: ha coreografato spot per Bailey’s, Ford, MTV, e altre aziende. La sua attuale ricerca è indirizzata alla riscoperta del folk inglese e delle danze tradizionali, con la collaborazione dei bambini delle scuole dove tiene i suoi workshop. È in scena nel festival con Fidelity project la sera del 25: un lavoro sull’incontro tra due performer (con lui la tedesca Frauke Requardt) che costruiscono una relazione basata sulla fiducia e la memoria del contatto fisico.

COMMENTI DEI PARTECIPANTI

Opportunità di scambio e crescita: respirare un’atmosfera sanamente artistica e internazionale mai è così scontato in Italia! La lezione di Freddie stamattina è stata stimolante e sono certa che gli spettacoli in programma saranno di alta qualità. Spero di conoscere attivamente e più da vicino la realtà di Operaestate in un prossimo futuro. Grazie, S.A.

Ho trovato la lezione di Freddie interessante: usa il corpo con molta consapevolezza e rispetto; cerca in ogni movimento (per altro ispirato alla capoeira) di coinvolgere tutto il corpo, come se fosse un fluido continuo lungo ed esteso, ma pieno di forza. Valentina Nicoli


Innanzitutto Freddie Opoku Addaie è una persona estremamente umile: è la prima volta che faccio una classe in cui chi tiene la lezione chiede esplicitamente di non applaudire. Inoltre ha quello che a me piace tantissimo, ossia una essenzialità assoluta di movimento ma in una dinamica super forte. Marco D’Agostin


Primo “sharing” per Choreoroam 2011

foto di Giulia Galvan

Una giornata da clima africano quella di ieri 23 agosto al Garage Nardini, quando alle tre di pomeriggio i nove partecipanti a Choreoroam Europe 2011 hanno presentato al pubblico di Bassano la ricerca coreografica avvenuta durante la recente residenza nella cittadina veneta. Nonostante il caldo insopportabile hanno trovato la forza di muoversi e di affrontare con entusiasmo la prima azione, ossia una dimostrazione del progetto che li vede impegnati in future residenze europee fino a dicembre (leggi presentazione Choreoroam). Lo chiamano “sharing” il momento che si è vissuto insieme in questa giornata: un modo per condividere con operatori e pubblico ciò che in una settimana di incontri è stato ideato, studiato e analizzato. Pochissimo il tempo a disposizione, tanto che non si può avere una precisa opinione dei piccoli studi presentati; si può dire però che questa azione lascia già intravedere come il lavoro che i nove coreografi stanno affrontando sia valido, stimolante e si stia muovendo verso una giusta direzione. Diversi dei partecipanti hanno chiesto ai compagni di essere aiutati nella propria ricerca, di collaborare per trovare nuovi stimoli e realizzare delle idee che altrimenti rimarrebbero solamente nella testa del proprio ideatore. Per esempio il sardo Moreno Solinas (UK) – che rappresenta qui il centro coreografico di The Place di Londra – ha coinvolto Giulio D’Anna (NL), Marco D’Agostin (IT) e Deborah Light (UK) in un’improvvisazione che vede contrapporsi il linguaggio formale della danza alle emozioni umane e alle relazioni: il trio è riuscito a restituire in modo ironico la prima idea di Solinas. Si pensi anche ad Alessandro Sciarroni (IT) che insieme a Giulio D’Anna (NL), Marco D’Agostin (IT), Pablo Esbert Lilienfeld (ES) e Moreno Solinas (UK) è partito dal volere emulare i balli tipici del Sudtirolo in maniera giocosa e divertente come se dei ragazzi si ritrovassero in una stanza a giocare e scherzare tra loro. Si ritrova qui uno degli aspetti più interessanti di Choreoroam: il progetto europeo permette ai coreografi di condividere dei germi, dei piccoli stimoli che possono diventare delle vere e proprie coreografie di alto livello e possono crescere grazie al dialogo e al confronto con sguardi esterni.

foto di Giulia Galvan

E sicuramente di sguardi esterni si nutre lo studio di Deborah Light (UK), il cui corpo si inserisce tra una presentazione e l’altra dei sui compagni: lei ha scelto di stare nel mezzo, di ricercare come l’ambiente esterno, ma soprattutto l’interazione con gli altri, possa influenzare la formazione della propria identità. Ecco quindi che si accompagna spesso ai singoli pezzi dei ragazzi, rimanendo distesa a terra nella loro stessa posizione, empatizzando o cercando un punto di contatto da cui poi partire e continuare in solitudine. Altri coreografi hanno mostrato – sicuramente anche per il pochissimo tempo a disposizione per sviluppare un passo successivo – un’idea più concettuale: a partire da Marjana Krajaĉ (HR) o da Soosan Barbara Gilson (NL) che ha chiesto a Janet Rodriguez Novas (ES) di coprire il suo volto con la propria maglia mentre una registrazione ricordava come “non ci fosse niente, non un rumore, non una stella, solo la cruda realtà”; o Pablo Esbert Lilienfeld (ES) che indossava diverse paia di mutande colorate ognuna corrispondente a uno status o legate a qualche ricordo da dimenticare. Altro solo è stato quello di Marco D’Agostin (IT) che ha presentato un incrocio tra il classico Lago dei cigni e la dannata cantanteAmy Winehouse: pose e movimenti sghembi, un reggersi in piedi a fatica alla ricerca di una posizione eretta da mantenere, restituivano bene l’idea del danzatore. Molto pretenziosa a parole – volutamente e ironicamente – la presentazione di Giulio D’Anna (NL), l’italiano di adozione olandese, che risulta molto interessante e da movimenti coreografici affascinanti e ascensionali, tesi all’incontro con l’altro qui interpretato da Moreno Solinas (UK).

Uno “sharing” ancora certamente acerbo, dato che tutti gli studi e le ricerche coreografiche di ognuno stanno muovendo i primi passi, ma che ha un alto esponenziale da sviluppare e diverse residenze da affrontare che porteranno certamente a interessanti maturazioni (segui il percorso su il blog di Choreoroam Europe).

Visto a CSC – Garage Nardini, B.Motion Danza Bassano del Grappa

Carlotta Tringali